Il decalogo della corretta alimentazione:
sviluppi, commenti, interpretazioni.
Nell'epoca moderna di oscuro vi è pochissimo
salvo, forse, le residue qualità dell'anima. Ciò è, in
fondo, anche il suo limite. Anticamente dei grandi filosofi,
attori, poeti, drammaturghi e via elencando, si sapeva poco
o nulla a parte il fatto, abbastanza importante, che
facevano tutti il proprio dovere.
I filosofi filosofeggiavano, gli attori recitavano, i poeti
poetavano ed i drammaturghi - se cosi mi posso esprimere -
drammaturgavano: questo era il loro modo di partecipare al
progresso del mondo e, contemporaneamente, di rosicchiare i
testicoli al loro prossimo.
Ora di tutti loro e, purtroppo, anche di un sacco di altra
gente assolutamente inutile si sa tutto anche le cose più
importanti come, ad esempio, il numero di foruncoli che
abbelliscono i loro glutei, la misura del reggiseno o,
anche, la loro opinione su tutte le questioni che non li
riguardano e sulle quali sanno poco o nulla.
Proprio recentemente, ad esempio, un'attricetta delle
peggiori (epperò straordinariamente ben dotata per quanto
riguarda carrozzeria ed accessori) è stata interrogata a
lungo da centinaia di giornalisti su ogni argomento
possibile dello sci bile umano: non è capitato per caso, è
stato fatto apposta.
Le è stata perfino chiesta una (autorevole) opinione
sull'esistenza o meno della vita ultraterrena: confesso di
averla vista confusa.
D'altra parte non è stata colpa sua. Se ad una persona
mediamente intelligente chiederete opinioni di tal calibro,
ella tituberà e porrà mille "distinguo", se le chiederete ad
uno scemo ve le darà per giorni e giorni senza alcuna
riserva.
Il suo sproloquio potrà essere fermato solo con l'aiuto di
un bazooka o di una mitraglia. Cosi è accaduto in tale
occasione. Ho seguito tutta la vicenda con estremo
interesse: volevo appurare, fra un accavallare e scavallare
di splendide cosce, se la bimba indossasse o meno gli slip.
Non sono giunto ad una opinione certa: capita quasi sempre
cosi, anche nella Storia del Pensiero, per ogni questione
che potrebbe cambiare il mondo.
Ringraziate proprio questo tipo di temperie culturale se,
dopo l'enunciazione dei Dieci Comandamenti della corretta
alimentazione, dovrete pipparvi (da to pip pip, pip verbo
irregolare inglese) una serie di sostanziose spiegazioni.
Solo qualche decennio fa vi avrebbero fatto imparare a
memoria solo le enunciazioni e ve le avrebbero fatte
recitare a Natale, Capodanno, Epifania, in tutte quelle
solennità, insomma, dove la Festa dello Stomaco ha da tempo
sostituito la festa dell'anima e degli affetti.
Ricordate un antico, prezioso detto: "Non fate troppa festa
al vostro stomaco se non volete che, prima o poi, sia lui a
far la festa a voi." (Cosi parlò Zaratustra ed anche il
vostro Autore preferito: praticamente un coro alpino).
Il percorso sarà il seguente: ogni paragrafo riporterà uno
dei principi enunciati nel precedente capitolo.
Il paragrafo sarà poi chiosato con dovizia di scienza,
nozioni, commenti e chi più ne ha più ne metta: tutti i
particolari in cronaca.
Orbene (orbene mi piace, dovremmo usarlo più spesso)
cominciamo dal:
7.1 Principio numero uno
a - Se il bilancio energetico sarà in
pareggio tenderemo a mantenere il peso iniziale.
b - Se il bilancio energetico sarà in attivo tenderemo ad
accumulare depositi adiposi.
c - Se il bilancio energetico sarà in passivo tenderemo a
utilizzare parte dei nostri materiali di riserva.
I più colti fra i miei lettori (cioè tutti)
tenderanno a storcere il naso: "Banalità, banalità,
banalità! Ci aspettavamo ben altro da un Autore cosi
spaventosamente fervido ed iconoclasta."
Dopo aver loro rivolto un rispettoso invito perchè usino
termini tali che anche il loro Autore preferito possa
comprenderli senza l'ausilio di un Dizionario, proseguirò
contestando con vigore che queste enunciazioni siano poi
cosi scontate.
Ho ancora nelle orecchie e (ahi!) negli occhi la voce di una
balenottera di qualche centinaio di chili che, mostrandosi
in tutto il suo splendore, mi riferiva che, a suo dire,
tutto ciò che si vedeva, per ettari all'intorno, era
null'altro che gonfio re.
Rimase molto sconvolta nell'apprendere che io pensavo, al
contrario, che tut to ciò che riempiva il nostro orizzonte
non fosse null'altro che grasso e della qualità migliore:
carne che, se ben cucinata, avrebbe potuto massicciamente
contribuire alla sconfitta della fame nel mondo.
Altri danno colpa della prominenza del loro stomaco, che a
volte oscura il sole, a forme poco conosciute di aerofagia o
ad una respirazione troppo profonda.
Altri ancora pensano che ciò che li fa sembrare più simili a
tendoni da circo che ad essere umani, sia l'acqua minerale
gassata (la cosiddetta sindrome del pallon cino gonfio) e si
ripromettono di passare, al più presto, all'acqua naturale.
A nessuno di loro viene alla mente che ingozzarsi come
maiali da ingrasso da mane a sera senza fare alcun tipo di
movimento possa avere qualche parte, sia pure marginale, nel
fenomeno di continua espansione che li affligge.
Come altre volte ho ripetuto ognuno di noi è
un universo e quindi ognuno di noi dovrà assumere
quantitativi diversi di calorie a seconda di età, sesso,
altezza, muscolatura, metabolismo di base, tipo di
applicazioni e di vita ecc.
Ma una cosa rimane comunque certa: ogni volta che assumeremo
un quantitativo di calorie superiore al nostro fabbisogno,
qualunque esso sia, l'eccesso verrà trasformato in materiale
di riserva ed immagazzinato in attesa di tempi migliori.
L'unico buon modo di eliminare le eccedenze caloriche prima
che si trasformino (e vi trasformino) in rotoli di grasso
sparsi per ogni dove è aumentare il movimento incrementando
cosi il dispendio energetico.
Ciò favorirà, fra l'altro, il miglioramento del tono
muscolare, porterà enormi benefici ad articolazioni,
legamenti, tendini (con alcune eccezioni che esaminere mo
successivamente) e migliorerà assai la funzionalità di tutto
il nostro sistema cardiovascolare.
7.2 Principio numero due
I materiali di riserva a disposizione del
nostro organismo sono:
1 - Muscoli cioè materiale proteico
2 - Grasso cioè materiale lipidico
3 - Ossa che vengono intaccate solo in casi disperati
I più attenti fra i lettori, probabilmente
quelli del primo banco, si chiederanno se l'ordine di
presentazione dei materiali di riserva corrisponda o no
all'ordine del loro utilizzo. La risposta è: ebbene si! In
caso di necessità il nostro organismo tenderà ad utilizzare,
in condizioni normali, dapprima il materiale proteico e,
successivamente, grasso e, soltanto in ca so di terremoti
organici, ossa: questo essi dietologi non ve lo dicono mai.
Ma alcuni lettori non sono ancora
soddisfatti e si dimenano (forse orticaria?) sulle loro
poltrone, chiedendosi con insistenza: "Che fine hanno fatto
i carboidrati?"
Una splendida domanda che fa loro onore e che rivela che...non
hanno studiato abbastanza.
I carboidrati, infatti, sono si riserve energetiche, ma lo
sono nel breve periodo e vengono, in caso di necessità,
consumati subito ove vi sia richiesta immediata di energia.
Difficilmente una buona riserva di glicogeno (che nel
migliore dei casi si aggira sui 500 grammi) aumenterà a
dismisura il vostro peso corporeo.
Allorquando vi sottoponete, astutamente, ad
una dieta fortemente ipocalorica, il processo che si
instaura è, indicativamente, il seguente:
a - Il vostro organismo crede, in un primo
momento, che siate impazziti, ma che finirete presto per
rinsavire: ha, insomma come la vostra mamma, ancora fiducia
in voi. Nel frattempo incomincia a scaricare un po' di
liquidi sperando in una pronta reidratazione: voi perdete un
po' di peso e siete felici.
b - Quando il vostro corpo avverte che non
vi siete ancora convertiti e che continuate a perseguire
l'intento di suicidarvi, poichè ha bisogno di energia per
poter funzionare e voi non gliela fornite, la prende,
esaurite le riserve di carboidrati, dove può ed inizia ad
intaccare la massa proteica cioè i muscoli. Voi perdete
altro peso e...siete felici.
c - La diminuzione di massa proteica fa
abbassare drasticamente il metabolismo di base il che
significa che, a parità di altre condizioni, per perdere
altro peso dovrete ancora diminuire l'assunzione di calorie,
ricadendo cosi ancora nella situazione b. In più, bruciando
massa magra, otterrete poca energia e molti cataboliti,cioè
pericolose deiezioni metaboliche assai tossiche.
d - Il vostro organismo ormai non ha più
fiducia nella vostra saggezza (come possiamo dargli torto?)
e cerca di correre ai ripari cercando di farvi spreca re
meno calorie per riportare in pareggio il bilancio
energetico. Ottiene questo scopo usando tutte le armi a sua
disposizione:
d1 - Vi circonda di un' aura di continua
spossatezza: voi vi muovete sempre meno, sprecate sempre
meno energie, peggiorando cosi il tono muscolare.
d2 - Persegue poi selvaggiamente il suo
scopo affliggendovi con mali di testa e vertigini che
riducono ancora la vostra già scarsa mobilità.
d3 - Gioca ancora più scorrettamente
togliendovi stimoli ed aneliti sessuali il che significa
altro risparmio calorico e liti furibonde con la vostra (od
il vostro) partner che vi dicono chiaramente che se credete
che si siano accompagnati con voi solo per l'acutezza del
vostro, si fa per dire, cervello, avete sbagliato tutto
nella vita.
d4 - Fa in modo di assolvere a tutte le
funzioni di tipo vegetativo risparmiando, dove e quando può
e se è possibile, ancora energia.
e - La minore assunzione di nutrienti porta
ineluttabilmente ad una drastica diminuzione del vostro
metabolismo di base il che significa, ad esempio, che se
prima dei reiterati tentativi di suicidio, assumendo 2500
calorie giornaliere mantenevate senza fatica il vostro peso,
le stesse calorie assunte ora, aggiungeranno altri rotoli di
grasso ai vostri fianchi opimi ed ad altri luoghi su cui
sorvolare pare talora bello.
Le calorie
bruciate dal nostro organismo per poter sopravvivere (vita
vegetati va- metabolismo di base) sono consumate quasi
esclusivamente dal tessuto muscolare.
Inoltre
(Attenzione! Attenzione!) il nostro organismo reagirà ad una
minore as sunzione di calorie con un rallentamento del
metabolismo di base.
In altre
parole ciò significa che (Attenzione!) il nostro organismo
brucerà più calorie quando ci alimenteremo di più, e brucerà
meno calorie allorquando assumeremo una quantità minore di
nutrienti.
Il
rallentamento del metabolismo basale, pur non essendo
immediato, interviene entro un lasso di tempo assai breve
che, a seconda di età, sesso, doti genetiche, doti
bio-chimiche, ambiente, abitudini ecc. si può indicare in un
intorno di quattro - sei giorni.
Questo è
uno dei problemi fondamentali per tutti coloro che devono
affrontare un particolare regime alimentare per perdere una
parte del grasso corporeo in eccesso: vedremo come
risolverlo nel prossimo capitolo.
Ovviamente, di ciò che abbiamo appena detto, nessuno vuole
tener conto: non essi dietologi che, al disturbo di dover
percepire la parcella, non vogliono aggiungere complicazioni
di alcun genere, non essi pazienti che vogliono solamen te
illudersi ed essere illusi e, se possibile, anche essere
bastonati duramente.
Una gran
parte delle spiegazioni che questo paragrafo meriterebbe,
sono già state fornite al paragrafo precedente: 7.2.
Rileggerlo
non potrà arrecarvi alcun danno, anzi.
7.4
Principio numero quattro: un'altra strofa della stessa
canzone.
Il nostro
organismo si affeziona moltissimo al grasso di riserva e
cerca di preservarlo ad ogni costo.
In caso di
necessità sacrificherà, piuttosto, il tessuto muscolare.
Commenterò
insieme quarto e sesto principio perchè gli argomenti
trattati sono, per più di un verso, complementari.
Attendere
un poco migliorerà la vostra pazienza e la mia propensione a
farvi partecipi di segreti che potranno sconvolgere il
mondo. Forse.
7.5
Principio numero cinque.
Il tessuto
muscolare (idrato) contenendo molta acqua, pesa assai di più
del grasso che ne contiene pochissima e che perciò è detto
anidro.
Il primo
segnale che una qualche dieta è spaventosamente sbagliata è
proprio il rapido decremento del peso corporeo. Vediamo
insieme perchè.
Come
vedremo diffusamente al successivo paragrafo 7.6 il cammino
che si de ve percorrere per diminuire la percentuale di
grasso corporeo è assai periglioso e, soprattutto, è una
sorta di pellegrinaggio che si può svolgere solamente, a si
miglianza di quello che accadeva nel Medioevo, in tempi
lunghi o lunghissimi.
Supponiamo
dunque che stiate seguendo una dieta ipocalorica che riduca
il vostro peso in maniera sensibile in pochissimi giorni.
Ragioniamo
insieme:
1 - E'
possibile che parte del peso perduto sia dovuto alla
diminuzione dei liquidi corporei. E' evidente che la dieta è
non solo pericolosa, ma anche inutile: voi non dovete
perdere preziosa acqua che verrà presto comunque
reintegrata, ma dovete perdere grasso!
2 - Per
quanto leggerete al successivo paragrafo 7.6 non state
perdendo grasso, se non in minima parte: il grasso pesa poco
e perderlo implica sempre il trascorrere di tempi lunghi o
lunghissimi.
3 - Quindi
(orrore!) state proprio perdendo solidi muscoli: la veloce
perdita di peso è proprio dovuta al fatto che la parte più
pesante del vostro corpo (appunto il tessuto proteico) se ne
sta andando, abbassando cosi, come avete appreso da tempo,
il vostro metabolismo basale.
Orbene,
ogni qualvolta qualcuno (o qualcosa: vedi per tutti essi
dietologi) vi promette dimagramenti rapidi e massicci, tipo
tre chili in tre giorni, dieci chili in ventitre giorni e
via turlupinando, afferrate il martello più pesante che
trovate e percuotetelo forte sugli alluci: almeno per
qualche tempo non potrà portare dattorno la sua cattiva
novella. Tagliategli, se potete, anche i fili del telefono.
Purtroppo
non potrete fare lo stesso con televisioni e riviste che si
occupano, a loro dire, di salute: potete, però, o cambiare
velocemente canale o smettere di acquistare gli scritti
perniciosi e farvi imitare da tutti i vostri amici.
Ricordate
che, come possono raccontarvi idiozie poderose sulle diete,
lo possono anche fare per qualsiasi altro argomento,
cellulite inclusa.
7.6
Principio numero sei.
Le riserve
di grasso possono essere bruciate (mobilizzate,
metabolizzate) secondo leggi ben precise che ora vedremo.
In ogni
caso queste riserve saranno metabolizzate soltanto se
saranno presenti gli idrati di carbonio (glucidi,
carboidrati).
Chi avrà
letto con attenzione il secondo volume di questa stessa
serie Quaderni di fitness, (dedicato alla descrizione delle
Capacità condizionali: Forza, Velocità, Resistenza)
ricorderà che la ricerca della resistenza passava
necessariamente per una strada obbligata: carichi lievi,
ripetizioni elevate.
La stessa
strada va percorsa da tutti coloro che vogliono, attraverso
il movimento, giungere ad una maggior mobilizzazione dei
lipidi (grassi).
Vediamone
la ragione esaminando uno dei modi più comuni usati dal
genere umano e per traslocare e per allenare il corpo: la
corsa.
1 - Primo
stadio.
Iniziamo a
correre lentamente: i battiti cardiaci aumenteranno
progressivamente e lentamente si stabilizzeranno. Il ritmo
della corsa verrà poi incrementato: i battiti di nuovo
aumenteranno e, dopo il normale assestamento, rimarranno di
nuovo stabili fino a che il carico, sia interno che esterno,
verrà mantenuto costante.E' ovvio che stiamo consumando
energia, ma questa energia non viene attinta dai lipidi
(grassi), ma dai depositi di carboidrati che il nostro
organismo ha immagazzinato, soprattutto in muscoli e fegato,
sotto la forma di glicoso e di glicogeno. (Vedi anche il
paragrafo 7.2 di questo stesso volume, ed il secondo volume
della Collana Quaderni di fitness).
Questo
quantitativo è irrisorio (circa 500 grammi) e, comunque,
perderlo non vi servirà per ridurre il vostro peso corporeo
in quanto dovrà essere immediatamente riimmagazzinato non
appena le condizioni esogene ed endogene lo consentiranno.
Il
fenomeno dell'utilizzazione dei carboidrati (idrati di
carbonio - glucidi) si protrae per un lasso di tempo che si
aggira intorno ai venti minuti: in questo periodo la
metabolizzazione dei grassi è pressochè nulla o assai
scarsa. E' evidente, quindi, (per quanto riguarda la ricerca
della diminuzione della percentuale di grasso corporeo)
l'inutilità di correre in modo selvaggio per dieci o
quindici minuti e poi fermarsi di botto: ciò potrà essere
utile per migliorare la funzionalità del vostro sistema
cardiovascolare o per procurarvi un infarto di qualità
assolutamente superiore.
2 -
Secondo stadio
Sono
trascorsi ormai venti minuti dall'inizio della corsa e
stiamo galoppando indomiti per monti e per valli con il
cuore che sta cercando di schizzare fuori dalle nostre
orbite dilatate.
"Ecco che
ci siamo" esclameranno i lettori più attenti, sdraiati
mollemente nella loro poltrona più comoda: "Stiamo
cominciando a perdere grasso". Chi ha letto e studiato a
memoria il Secondo volume di questa serie (appena nominato)
sa che può anche non essere vero. Vediamo il perchè
distinguendo due casi strettamente collegati al numero di
battiti che il nostro cuore gorgheggia minuto per minuto.
Una
premessa importante, necessaria per comprendere tutto ciò
che fra poco verrà esposto: Il massimo numero di battiti
cardiaci che ognuno di noi può teoricamente raggiungere in
un minuto è pari a: 220 meno la propria età
dove duecentoventi rappresenta il numero massimo di battiti
che possono essere raggiunti, normalmente, dal cuore di un
neonato.
Sappiamo
cosi, in teoria, che:
Il
massimo numero di battiti-minuto per una creatura di 20 anni
sarà: 200
"
" " " "
“ " " "
" 30 anni sarà: 190
"
" " "
" “ " "
" " 40 anni sarà: 180
e via
conteggiando.
In realtà
la formula è un poco più complicata, ma per quanto a noi
serve, quella che abbiamo usato va benissimo, sempre, però,
tenendo conto che i valori effettivi possono anche essere
un poco diversi da individuo ad individuo, a seconda di
sesso, età, doti genetiche e biochimiche, temperatura,
ambiente e, soprattutto allenamento
Siamo ora
in grado di proseguire nell'esposizione dei due casi
annunciati, per osservare che cosa accade dopo che siano
trascorsi i primi venti mìnuti.
Primo
caso.
Abbiamo
vent'anni e stiamo galoppando forsennatamente: il nostro
cardiofrequenzimetro ci informa che il nostro cuore pulsa
fra i 150 ed 170 battiti al minuto, pari al 75% - 85% del
nostro massimo teorico che è 200.
Ci stiamo
allenando con impegno, è vero, ma questo tipo di allenamento
favorirà soprattutto il miglioramento di tutti i parametri
collegati con il sistema cardiovascolare, e solo in minima
parte, la perdita di grasso corporeo.
(Scoperte
ed opinioni abbastanza recenti tendono, però, a contestare
in parte questa affermazione)
A questo
punto possiamo già giugere ad una prima conclusione: Se
vogliamo migliorare i parametri collegati con il nostro
sistema cardiocircolatorio, dovremo mantenere, durante
l'allenamento, i battiti cardiaci fra il settantacinque e
l'ottantacinque per cento del massimo battito cardiaco
teorico. Raggiungere valori superiori può essere assai
pericoloso e anche, talora, mortale.
Raggiungere valori inferiori ci fa scivolare nel:
Secondo
caso.
Abbiamo
sempre vent'anni, siamo ben zavorrati con solida ciccia, e
stiamo solo trottando: il nostro cardio-frequenzimetro ci
informa che il nostro cuore pulsa attorno ai 120-150 battiti
al minuto pari al 60% - 75% del nostro massimo teorico che è
sempre 200.
Ebbene si!
Stiamo proprio facendo la cosa giusta: stiamo metabolizzando
lipidi (grassi)!
Possiamo
ora fare una seconda affermazione: Se vogliamo giungere alla
metabolizzazione dei lipidi dovremo mantenere il battito
cardiaco fra il 60% ed il 75% del massimo battito cardiaco
teorico. Raggiungere valori superiori ci farà ricadere nel
primo caso.Raggiungere valori inferiori porterà, a seconda
delle evenienze, ad una mobilizzazione dei grassi inferiore
o pressochè nulla.
Come i più
acuti di voi avranno certamente notato, riuscire a
mobilizzare i lipidi non è stato facile proprio perchè il
nostro organismo tende a difenderli ed a conservarli in
tutti i modi, leciti ed illeciti (vedi anche il paragrafo
7.4).
Per
metabolizzare i grassi (lipidi), infatti, abbiamo dovuto:
1 -
Correre dapprima per venti minuti per esaurire le riserve di
glicoso e di glicogeno.
2 -
Correre poi ancora per un bel tratto controllando
accuratamente che i battiti cardiaci rimanessero in un range
del 60% - 75% del nostro massimo battito cardiaco teorico.
Una domanda che, lo so, urge nella gola dei miei lettori più
voluminosi e più pigri è: "Abbiamo capito benissimo tutto.
Ma quante calorie avremo perso dopo aver galoppato un'ora
come forsennati?"
Ragazzi,
reggetevi forte, a meno che non siate già seduti: dal fronte
cattive noti zie.Il dispendio calorico si aggira (a seconda
di sesso, età, stile di corsa, temperatura interna ed
esterna, tipo di abbigliamento, abilità nell'esercizio,
allenamento e via distinguendo) fra 0,9 e 1,2 chilocalorie
per chilogrammo di peso e per chilo metro percorso,
calcolando anche gli attriti.
Ciò
significa che una persona di ottanta chilogrammi che
percorra in un'ora di corsa 9 chilometri (seguendo con
attenzione le indicazioni appena fornite) avrà un dispendio
calorico totale, compresi gli attriti, che si porrà fra:
0,9 x
80 x 9 = 648
chilocalorie e 1,2 x
80 x 9 = 864 chilocalorie
il che
significa la perdita complessiva di nemmeno cento grammi di
grasso cor poreo (nel primo caso assai meno!)
"Orrore"
esclameranno i miei lettori più sferici aggiungendo a questa
esclama zione assolutamente civile, altre aggiunte meno
civili dopo avere allontanato i bimbi più piccoli che non
frequentano ancora gli asili.
Per gli
altri non ci sono problemi: durante le gioiose ore di
frequentazione avranno, di certo, imparato a memoria
invettive anche peggiori..
Orrore si,
ma fino ad un certo punto, se pensate che, soltanto correndo
tre volte per ogni settimana, alla fine di un anno potrete
aver perso qualche cosa come quindici chilogrammi di grasso
sempre che le assunzioni di nutrienti si manten gano ai
livelli normali e non trasmodino in abbuffate senza pietà né
religione.
Come ho
cercato di farvi capire dall'inizio di questo libro (e della
Collana: Quaderni di fitness) l'unico modo per ottenere
risultati duraturi e salutari è soltanto quello di tenere un
insieme di comportamenti razionali e corretti per ogni
giorno della nostra vita e per tutta la nostra vita, magari
con qualche estemporanea trasgressione. Quindi possiamo
concludere che:
---Per
ottenere risultati duraturi dovremo tenere comportamenti
duraturi ---
Il metodo
opposto (continue trasgressioni, con qualche estemporanea
puntata nel razionale) non porta, non ha mai portato e non
porterà mai ad alcun risultato in termini di miglioramento
di intelligenza, salute, amore, peso, aspetto.
La perdita
di grasso corporeo potrà avvenire, poi, se assumerete (come
ragione comanda) la vostra normale razione di idrati di
carbonio: ecco perchè le diete che limitano in maniera
drastica l'assunzione di pasta, riso ecc. sono al livello
più basso di idiozia.
Ricordiamo
poi che (Attenzione!) i carboidrati hanno valenze caloriche
assolu tamente paragonabili ai protidi: vanno soltanto
assunti (Attenzione!) come ve dremo nella parte propositiva
del testo, secondo criteri razionali ed in periodi
particolari della nostra giornata.
Dopo il
grido: "No alle diete che eliminano gli idrati di carbonio.
Sono assolutamente demenziali!" eccovi, proprio qui di
seguito, una ampia, deliziosa, appetitosa spiegazione. Un
consiglio: incomiciate, da subito, a leccarvi le labbra.
1 -
La
demolizione dei glucidi (idrati di carbonio) può
avvenire sia per via aerobica sia per via
anaerobica.
2 -
La
demolizione degli acidi grassi (lipidi. trigliceridi)
può avvenire soltanto per una via: quella aerobica.
3 - In
ogni caso
la via
aerobica per la demolizione sia dei glucidi che degli
acidi grassi, si dipana per il passo obbligato
dell'acido ossalacetico che, appena prima dell'ingresso
nel Ciclo di Krebs, è un tipico prodotto della demolizione
degli idrati di carbonio.Attraverso queste tre
affascinanti considerazioni e aiutandovi con il disegno n...
alla pagina... avrete già capito (e lo potrete perfino
spiegare al dietologo che, con ogni probabilità, sta
cercando di farvi la pelle) perchè sia cosi fondata
l'in vettiva che abbiamo ormai più volte lanciato contro le
diete ipocaloriche, massi me quelle prive di carboidrati.
Per tutti
coloro che non abbiano dimestichezza con questo tipo di
fanciullaggi ni, cercherò di spiegare tutto in un modo
ancora più semplice.
Due amici
Marco (glucidi) e Matteo (acidi grassi) devono
recarsi entrambi a Roma (Ciclo di Krebs), ma soltanto
Marco ha patente ed autovettura (acido ossalacetico).
Supponiamo
anche – in Italia è la norma - che ci sia uno sciopero
generale di tutti gli altri mezzi di locomozione, risciò
compresi.
E' ovvio
che o Matteo (acidi grassi, trigliceridi) andrà a
Roma (Ciclo di Krebs) con Marco (glucidi, idrati
di carbonio, carboidrati) usando la vettura di Marco (acido
ossalacetico) o se Marco, putacaso, dovesse ammalarsi o,
peggio, defun gere, Matteo non potrà in ogni caso andare
a Roma.
Alla fine
di questa (splendida) parabola possiamo ancora una volta
affermare che gli acidi grassi possono essere
demoliti attraverso la via aerobica del Ciclo di
Krebs (ricordiamo che è l'unica via che si possono
permettere!) soltanto se (Attenzione, attenzione,
attenzione!) sarà presente l'acido ossalacetico
il qua le esisterà soltanto se saranno anche presenti
i glucidi.
Se potessi
permettermi di citare uno dei più grandi tra i surrealisti
francesi, ose
rei dire
con lui:
"Bello
come il fortuito incontro, su di un tavolo operatorio, di
una macchina da cucire e di un ombrello." Non vi pare?
Se avremo
bisogno di energia (sports, impegni faticosi,
passeggiate, corsa, tutte le applicazioni di tipo
aerobico insomma) dovremo assumere una quantità
maggiore di carboidrati.
Un
esperimento che chiunque di voi può fare - io l'ho fatto più
volte - è il se guente:
1 -
Fissate un percorso standard che possiate percorrere
agevolmente in un'ora di corsa. Poniamo che il percorso
misuri dodici chilometri.
2 -
Per i
tre giorni che precedono la prova assumete solo protidi e
lipidi eliminando completamente gli idrati di carbonio
e...provate a correre. I risultati saranno assai modesti: o
impiegherete più di un'ora, oppure per mantenervi nei
tempi previsti arriverete spossati al termine della
corsa,proprio perchè avete usato il carburante
sbagliato.
3 -
Provate ora ad assumere, sempre nei tre giorni precedenti,
soltanto idrat idi carbonio.Il risultato, a parità di
tutti gli altri fattori, sarà entusiasmante: o impiegherete,
per percorrere i dodici chilometri, assai meno di un'ora,
oppure termine rete la corsa senza ombra di stanchezza.
Questa volta avete proprio usato, per una volta nella vita,
il carburante più adatto.
Questo
fenomeno sarà ripreso e più diffusamente spiegato quando
tratteremo di "Alimentazione e sports"
In
particolare parleremo di ricarica dei carboidrati un
buon sistema per non rimanere senza carburante ad alto
numero di ottani proprio nel mezzo di una lunga o
lunghissima performance.
Ricordiamo
che la corsa è solamente un esempio: lo stesso
fenomeno riguarderà tutte le cosiddette discipline
aerobiche, quelle discipline, cioè, che impegna no a
lungo ed a fondo il nostro sistema cardiovascolare come:
maratona,
marcia,
ciclismo, calcio, nuoto di durata, canottaggio sulle
lunghe distanze, corsa prolungata, maratone aerobiche
(quelle in cui persone dissennate si cimentano saltando e
dimenandosi per ore ed ore accompagnate da ritmi frenetici
che scambiano per musica) e via sudando senza
remissione alcuna.
Se dovremo
migliorare tono e/o massa muscolare dovremo assumere
una quantità maggiore di proteine.
E'
evidente che, poichè per ottenere tono e massa più
consistenti dovremo compiere un lavoro più impegnativo,
avremo bisogno di più energia: dovremo, quindi,
assumere necessariamente anche una maggior quantità di
carboidrati.
Il tipico
lavoro per aumentare tono e massa muscolare si basa, di
norma, (come abbiamo visto diffusamente nel secondo volume
della Collana "Quaderni di fitness" dedicato
alle Capacità condizionali) sull'uso di carichi
elevati che devo no essere vinti un limitato numero di
volte.
Questo
lavoro produce distruzione di materiale proteico che
il nostro corpo ripristinerà sovracompensando solo
nel caso, però, possa disporre del materiale necessario:
nutrienti di origine proteica.
Allo
stesso modo un muratore potrà rifare, migliorandone la
stabilità, un muro abbattuto se avrà a disposizione mattoni
di qualità adeguata e in quantità sufficiente.
Nella
parte dedicata ad "Alimentazione e sports" parleremo
anche di questo problema non certo marginale.
Chi si è
dedicato a questo tipo di pratiche per necessità (Pesisti,
lanciatori, velo cisti ecc.) per malintesa vanità (i
bodybuilders esasperati) o per migliorare figura e
prestazioni (i normali praticanti fitness), sa per
esperienza che, per essere ingrado di sollevare decine e
decine di tonnellate ad ogni seduta, bisogna essere in
possesso, oltre che di una pazienza sovrumana, di una
energia sufficiente: ancora idrati di carbonio.
Come
diremo ancora più e più volte gli idrati di carbonio
(alla faccia di essi die
tologi, di
riviste inaffidabili – quasi tutte- di stupide rubriche
televisive e di ami ci ben disposti) devono formare la
base fondamentale di ogni tipo di dieta, mas sime di
quelle che riguardano tutti coloro che praticano sport sia
a livello professionistico, sia a livello amatoriale.
Tendenzialmente si può affermare che i tre tipi di nutrienti
(protidi - lipidi - glu
cidi)
andrebbero assunti in proporzione: 1 - 2 - 4 il che
significa che se assume remo il 15% di protidi,
dovremo assumere il 30% di lipidi ed il 60% di
glucidi.
Sento già
dei clamori lontani e qualche vicina, impietosa
sghignazzata: l'Auto re, forse in preda ad ebbrezza, non ha
calcolato che (15 + 30 + 60) portano ad un totale del
105%!
Proprio
qui vi volevo: bisogna proprio eliminare cinque unità
che toglieremo (ça va sans dire direbbero i nostri
amici franciosi) ovviamente dai grassi.
L'unico
modo per evitare di perdere tessuto magro (muscoli,
tessuto proteico) è quello di esercitarlo assiduamente
alimentandolo, nel contempo, in maniera adeguata.
Su questo
principio ormai ovvio non ci dilungheremo: abbiamo
certamente stu
diato (quasi) a memoria i paragrafi precedenti che sono le
necessarie premesse per giungere a questa conclusione.
Noteremo
soltanto che appare assai difficile contemperare esigenze
cosi diverse come perdere grasso (il che significa
più movimento e/o meno nutrienti) e mantenere
o migliorare massa e tono muscolare.
La cosa,
però, non è impossibile come più innanzi vedremo.
Per perdere grasso in modo stabile, senza poi riacquistarlo,
è assolutamente necessario (o almeno consigliabile)
aumentare la percentuale di peso muscolare.
Anche le
migliori trasmissioni televisive sulla salute e sul
mantenimento del pe so corporeo e cosi riviste e giornali
(non tutti da buttare) mi hanno sempre sor preso per una
grave mancanza di base: gli scarsi, distratti accenni al
movimento non solo come mezzo fondamentale per
riuscire a diminuire la percentuale di grasso corporeo,
ma anche come fattore imprescindibile per poi
mantenere i ri sultati raggiunti.
Abbiamo
già più volte notato come all'adozione di dissennate diete
ipocalori che, faccia sempre riscontro una netta
diminuzione del metabolismo di base con conseguente
veloce ripristino e, addirittura, peggioramento della
situazione preesistente di sovrappeso: grasso che si
aggiunge ad altro grasso.
Ciò non
avverrebbe (o non sarebbe avvenuto) se:
1 -
Avessimo accompagnato una dieta razionale con un adeguato
esercizio fisico.
2 -
Subito
dopo il raggiungimento di un corretto peso corporeo,
avessimo immediatamente iniziato a praticare esercizi
fisici atti a favorire il miglioramento o il
mantenimento sia di un ottimo tono muscolare che
cardiovascolare.
Mi ha
sempre sbalordito, infatti, sentire professori piuttosto
noti, non solo parlare di medicinali come uno dei
mezzi per ottenere una diminuzione del peso corporeo, ma
consigliare altri medicinali per il successivo
periodo di mantenimento,
quando
basterebbe consigliare moto, moto e ancora moto che
coinvolgendo tutte le strutture corporee, renderebbe assai
più sano e funzionale il nostro orga nismo, proprio mentre
stiamo perdendo grasso superfluo.
Anche se
si trovasse qualche modo per perdere grasso in maniera
stabile senza aumentare la quantità di uscite
attraverso un incremento del movimento, (oggi si parla di un
enzima chiamato chitina) avremmo risolto solo un
problema.
Rimarrebbe
irrisolto quello più importante: il miglioramento
della salute che si potrà ricercare soltanto
attraverso l'uso più costante e razionale di tutto il nostro
corpo.
Pochi
hanno capito, quasi nessuno in Italia, che fare del
movimento ogni giorno dovrebbe essere considerato alla
stregua dell'igiene personale: non possiamo la
varci i denti (ed anche il resto del nostro corpo adiposo)
solo a Natale o a Pa squa.
Allo
stesso modo non possiamo fare del movimento solo nei
quindici giorni l'an no in cui andiamo a farci rapinare in
Centri o in Villaggi turistici dove il cliente è visto come
una mucca (pazza) di razza non sempre pregiata, pronta per
essere munta.
Anche il
cosiddetto exploit della domenica serve a nulla se
non a metterci in
ogni genere di pericoli: muscolari, tendinei,
cardiovascolari.
Non si può
imporre ad un organismo abitualmente sedentario una
passeggiata in montagna di alcune ore o una corsa di dieci o
venti chilometri, senza pregiu dicare il corretto
funzionamento di tutti gli apparati corporei.
Non a caso
la maggior parte dei traumi dovuti alla pratica dello sci
da discesa (uno degli sports più pericolosi in assoluto)
capitano proprio agli sciatori della
domenica.
Anni fa,
nella mia città, si svolgeva nei primi giorni di maggio, una
singolare competizione denominata Venti miglia
corrispondenti, come ben sapete, a circa 33 chilometri.
Il
percorso era piuttosto spaventoso e comprendeva anche salite
impegnative al cune delle quali vantavano pendenze che
superavano il 20%, praticamente un muro.
I
partecipanti erano molti, i livelli di efficienza fisica i
più disparati, ma tutte le persone ragionevoli cercavano di
avvicinarsi alla gara in buone condizioni, ini ziando la
preparazione almeno due mesi prima.
Tutti
dico, ma non gli sportivi della domenica che
arrivavano alla partenza gras
si, allegri, già ansimanti e vocianti per poi essere
portati via dalle ambulanze dopo pochi chilometri di
vacillanti sgambate.
E'
evidente che più movimento ogni giorno (o almeno
tre-quattro volte la setti mana) significa ottenere
muscoli più tonici che, pesando assai di più rispetto
al grasso perduto, faranno aumentare il nostro peso
elevando cosi il nostro meta bolismo di base: questa è
la via da seguire, invero assai semplice.
Un quesito
che pongo spesso ad allievi ed amici (non sempre agli
stessi, ovviamente) è il seguente:
"Chi
consuma, secondo voi, più calorie nel corso di (poniamo) una
settimana: i bodybuilders o i forsennati praticanti di
ginnastiche aerobiche?"
Le
risposte, date, talora, anche con qualche po' di
sufficienza, sono quasi tutte concordi: " Ovviamente
i praticanti di ginnastiche aerobiche!"
Miei cari,
volonterosi ragazzi dabbene (da "dabbene", ricordiamolo,
deriva "dabbennaggine") avete, ancora una volta
fornito una risposta profondamente, ineluttabilmente,
tragicamente errata! Vediamo insieme
perchè.
I
dissennati praticanti di ginnastiche aerobiche (oltre a
correre taluni rischi di non poco conto di cui prima o poi
vi parlerò attirandomi, quasi certamente, tur bini di
malevolenza e di maledizioni) consumeranno di certo in
ogni ora di pratica della loro disciplina, più calorie
di quante ne consumi un bodybuilder nello stesso periodo.
Il
metabolismo dell' animalis aerobicus rimarrà poi
ancora accelerato per qual che tempo bruciando ancora in
allegria un buon numero di calorie.
Ma l'aerobic-man
non aerobicherà in continuazione, non può aerobicare in
eter
no: prima del suo cuore cederebbero, quasi certamente, i
suoi timpani e la pa zienza dei suoi vicini di
condominio.
Il
bodybuilder, talora muscolato anche in modo spaventoso,
brucerà una eleva ta quantità di calorie in continuazione,
anche quando riposerà o dormirà e que sto (e non è
poco!) senza fare alcun rumore: sono proprio i suoi
muscoli da allievo-elefante che mantengono sempre
eccezionalmente elevato il suo metabolismo basale.
Senza
giungere a questi eccessi, che non condivido, è
assolutamente certo che soltanto un corpo molto muscoloso
potrà rendervi più facile mantenere una cor retta
percentuale di grasso corporeo, proprio perchè brucerà in
continuazione più calorie di un corpo zeppo di adipociti
in amore.
Credo che
queste cose non siano gridate, anche agli angoli delle
strade, per motivi poco confessabili. Ve ne accennerò due a
caso:
1 -
Molti
medici e quasi tutti i dietologi di queste cose sanno
nulla.
2 -
Se
l'umanità, che non merita di certo la "u" maiuscola, si
muovesse di più, si
ammalerebbe di meno
con
conseguenze catastrofiche per medici, case farmaceutiche,
dietologi, fisioterapisti, asl, ospedali
e tutto il
cerchio di avvoltoi che incombe e prospera sulle (future)
aureole degli acciaccati.
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