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AIKIDO |
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L'AIKIDO è un'arte marziale tradizionale
giapponese che ha mantenuto inalterato il suo carattere non competitivo,
caratterizzandosi come puro studio di una disciplina di difesa personale
ed evitando di cadere nella "trappola agonistica" di una sua trasformazione
in sport. Il Fondatore, Morihei Ueshiba, dopo una vita dedicata alla pratica
delle più svariate tecniche del Budo e a una profonda immersione nel mondo
dell'animismo shintoista, giunse all'elaborazione di questa pratica marziale,
sintesi armoniosa tra la potente efficacia delle arti di combattimento dei
samurai e l'ineguagliabile eleganza del movimento naturale del corpo. Nel tempo, la pratica è cresciuta e si è trasformata grazie all'apporto
di svariati Maestri, tra i quali il figlio e il nipote del Fondatore - attualmente
Doshu, cioè Guida Spirituale dell'Aikikai Foundation, - trovando larghissima
diffusione in tutto il mondo.
La pratica aikidoistica è una via marziale di conoscenza di sé e
della propria relazione con il mondo. Sul tatami abbiamo sempre a che fare
con un compagno con il quale, volta per volta, sperimentiamo le nostre capacità
di controllo e consapevolezza degli aspetti più naturali della nostra realtà
fisica, emotiva e psichica. L'incontro con l'altro si svolge su un terreno
relazionale delicato come quello dello scontro, del conflitto o dell'aggressione
e noi siamo perciò chiamati a studiare e sperimentare risposte capaci, attraverso
l'unione armonica di due opposte polarità, di salvaguardare la nostra incolumità
e integrità nel rispetto dell'integrità e incolumità altrui. Alla base della pratica aikidoistica sono posti alcuni principi di
fondo: consapevolezza del proprio centro corporeo ed energetico; controllo
della propria direzione, del centro del compagno e degli assi dell'azione
che dal reciproco contatto si sviluppa; attenzione alla naturalezza economica
del movimento; coscienza puntuale della propria capacità dissuasiva; rispetto
profondo dell'integrità fisica di chi pratica con noi. Questi sono gli elementi
fondanti del lavoro, sui quali si studia per anni e dai quali non è possibile
prescindere se si vuole crescere lungo la "via dell'armonia". Tecnicamente, la disciplina è caratterizzata da dinamismo e da un
grado di prestazione atletica confacente le possibilità del praticante; ci
sono contatto morbido, leve articolari, proiezioni e cadute, spostamenti
con cambi repentini di direzione, il tutto all'insegna di una grande attenzione
alla coordinazione movimento-respiro. La lezione tipo è così organizzata: insegnante e allievi siedono
in posizione di seiza l'uno di fronte agli altri, dopo qualche momento di
raccoglimento e concentrazione rivolgono un saluto cerimoniale al ritratto
del Fondatore e poi si salutano vicendevolmente. Seguono esercizi di respirazione
e di riscaldamento del corpo - Aikitaiso, - cadute e spostamenti. Solo a
questo punto comincia lo studio vero e proprio, attraverso la pratica di
ciò che l'insegnante dimostra. La chiusura della lezione avviene attraverso
la ripetizione dei saluti e dei ringraziamenti iniziali.
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L'AIKITAISO è una ginnastica che nasce
in seno alla formulazione dell'Aikido come arte marziale tradizionale giapponese.
Nella sistematizzazione e divulgazione dell'Aikido, il fondatore Morihei
Ueshiba ha introdotto e sintetizzato una serie di metodiche capaci di preparare
il corpo alla pratica dell'arte marziale. Lentamente, negli anni, grazie
all'apporto di grandi Maestri e all'evoluzione della pratica marziale, l'Aikitaiso
è venuto sempre più strutturandosi in maniera autonoma e, senza perdere i
legami originari con l'Aikido, si è propriamente trasformato in una ginnastica
basata sull'utilizzo dell'energia vitale (Ki), degli allungamenti e delle
torsioni articolari, sulla concentrazione verso la qualità del gesto, sull'attenzione
alla respirazione. Gli obiettivi principali della pratica sono: affinamento della sensibilità
corporea, consapevolezza della postura e del movimento e controllo dell'energia
nell'azione, che nel tempo dovrebbe tradursi in una accresciuta capacità
di economia gestuale; miglioramento dell'elasticità e mobilità corporea
e della coordinazione motoria; introduzione a un allenamento mentale basato
sulla visualizzazione, l'immagine motoria, l'attenzione e il controllo emozionale.
Questo tipo di pratica, che per la nostra mentalità e cultura corporea
può presentare qualche difficoltà di approccio, tende a un superamento del
dualismo mente-corpo attraverso la rilettura che la cultura orientale offre
invece ormai da secoli di tale binomio. Respirazione, concentrazione, sensibilizzazione del tono muscolare,
superamento delle tensioni interne, circolazione dell'energia, mobilità articolare
e armonizzazione con gli altri e con l'ambiente sono gli strumenti principali
della pratica e della metodica di allenamento.
Le lezioni, della durata massima di un'ora, si svolgono in un ambiente
calmo e il più silenzioso possibile, e sono indicativamente così strutturate:
saluto e qualche minuto di concentrazione sul respiro; respirazioni e lavoro
individuale sul corpo, così come mostrato dall'insegnante; lavoro dinamico,
individuale o a coppie; conclusione e saluto. Incrementando i livelli di energia o, più modestamente, regalando
consapevolezza dei propri limiti psicofisici, l'Aikitaiso è utilissimo nella
vita di tutti i giorni e indicato per tutte le fasce d'età, per chi esercita
professioni di responsabilità o mentalmente logoranti e per chi pratica sport,
anche a livello agonistico.
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A prima vista
l'Aikido si presenta
come un elegante metodo di autodifesa personale finalizzato alla
neutralizzazione, mediante bloccaggi, leve articolari e proiezioni, di uno o più
aggressori disarmati o armati. Sintesi ed evoluzione di antiche tecniche mutuate
dal JU-JUTSU classico e dal KENJUTSU (la pratica della spada) , l'Aikido trova
la propria originalità ed efficacia in una serie di movimenti basati sul
principio della rotazione sferica. Contrariamente ad altre arti marziali
incentrate sui movimenti lineari (avanti, indietro, in diagonale) , le tecniche
dell'Aikido si fondano e si sviluppano su un movimento circolare il cui perno è
colui che si difende. In tal modo egli stabilizza il proprio baricentro,
decentra quello dell'avversario attirandolo nella propria orbita, e può
sfruttare a proprio vantaggio l'energia prodotta dall'azione aggressiva fino a
neutralizzarla. KI=energia cosmica, DO=Via) è il risultato di lunghi anni di
studio condotti dal suo fondatore, Morihei Ueshiba, nel campo delle principali
specializzazioni della tradizione marziale giapponese, conosciuta in epoca
feudale come Bujutsu. Morihei Ueshiba (1883-1969) detto anche O Sensei, Grande
Maestro, inizia a praticare Ju-jitzu all'età di 13 anni e trascorre i successivi
venticinque studiando l'uso della lancia, del bastone, della spada, le tecniche
di combattimento a mani nude e altre ancora presso le più importanti scuole
dell'epoca, eccellendo in ogni campo di applicazione.
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La tradizione racconta che l' aikijujutsu, anticamente chiamato
oshiki-uchi, è stato fondato intorno al 1.100 da Minamoto (Shinra Saburo)
Yoshimitsu (1056-1127), della città di Kamakura (vicino all'attuale Tokyo). Il
figlio di questi, Yoshikiyo fondò il clan Takeda e il Daito-ryu fu trasmesso
segretamente di generazione in generazione esclusivamente in ambito familiare. I
Takeda, nel 1574, si trasferirono nel nord del Giappone e si misero al servizio
del potente clan Aizu dove insegnarono, per trecento anni, il Daito-ryu
esclusivamente ai samurai di grado più elevato. Ricordiamo qui di seguito le
figure più importanti nella storia di quest'antica e nobile arte marziale:
Takeda Shingen (1521-1573), uno dei più grandi generali della storia del
Giappone; Soemon Takeda (1758-1853) che denominò l'arte "aiki-in-yo-ho" cioè
"sistema aiki dello yin e dello yang". Tanomo Saigo (1830-1905), signore del
clan Aizu, succeduto come capo scuola a Soemon, il cui figlio aveva preferito
dedicarsi al sumo. Tanomo insegnò il Daito-ryu a Shiro Saigo (1867-1922), suo
figlio adottivo, e a Sokaku Takeda (1860-1943; nipote di Soemon); il primo fu
reclutato da Jigoro Kano, fondatore del judo, e si dedicò al judo mentre Sokaku
Takeda perfezionò la pratica dell'arte, chiamandola "Daito-ryu aikijujutsu".
Sokaku è considerato uno dei più grandi budoka di tutti i tempi e l'ultimo
samurai, viaggiò per tutto il Giappone sfidando i maestri delle altre scuole e
vincendo tutti i duelli. Tokimune Takeda (1915-1992) figlio di Sokaku, era
l'ultimo discendente dei Takeda, va a lui il merito di aver divulgato, al di
fuori del clan, i segreti dell'arte per farla conoscere alle future generazioni.
Il Daito-ryu aikijujutsu è considerata un'arte marziale completa: accanto
alle tecniche di lotta a corpo a corpo con atemi waza (calci, pugni, gomitate,
ecc.), nage waza (proiezioni), shime waza (strangolamenti), kansetsu waza (leve
articolari), kyushu waza (pressioni sui punti vitali del corpo umano) e aiki no
jutsu (proiezioni), viene appreso l'uso di tutte le armi anticamente usate dai
samurai (spada stile Ono ha Itto-ryu, lancia, wakizashi, ecc.). Dal Daito- ryu
derivano alcune tra le moderne arti marziali quali: l'aikido, l'hapkido coreano,
l'hakko-ryu e dall'hakko-ryu lo shorinji kenpo.
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così veniva chiamato il più autorevole esperto di Arti
Marziali da Combatttimento; da tutti i più autorevoli esperti al
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La Kick Boxing è una delle discipline da
combattimento più in voga oggi,
viene giustamente considerata come una disciplina molto
divertente....segue
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