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      SCHERMA     
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tutto il mondo,  scherma


"Scherma Antica"

E' così definita la Scherma del periodo compreso tra il XIV ed il XVI secolo di cui si possa avere documenti sufficientemente verificabili e sperimentati. Le armi principali sono: la spada da "Una Mano e Mezza", o da due mani, e la "Spada da Lato", tipica arma del Quattro-Cinquecento Italiano, usata sola o con seconda arma, (boccoliere, rotella, daga o cappa) a seconda dei sistemi documentati.

Poichè esiste ben poco materiale documentale sistematico antecedente al XV secolo, non esistono sufficienti prove storiche per parlare in maniera definita di "Scherma Medioevale".

Per questo motivo si è scelta la definizione generale di "Scherma Antica", che comprende anche tutto il Rinascimento, assai ricco di documentazione. Il XVI secolo è definibile anche come "medio periodo", poichè dimostra con chiarezza l'esistenza di molti dei basilari degli stili successivi, documentati nella seconda metà del 1500. E' Scherma "Antica", poichè relativa alle origini della Scherma, in particolare il metodo sviluppato in Germania e le comuni origini della scuola Italiana e Spagnola.

"Scherma Storica"

Così si definisce invece la Scherma del periodo successivo, compreso tra il XVII ed il XVIII secolo, di cui esiste molto materiale documentale ed una tradizione effettiva ancora parzialmente viva a tutt'oggi. Soprattutto nel XVII secolo si assiste ad una precisa definizione dei maestri delle scuole Italiana e Spagnola, e poi, agli inizi del '700, alla nascita di quella Francese; per questo è il periodo "Storico" della Scherma.

In FISAS questo periodo si esprime nella rigorosa codifica tradizionale della spada detta "da Lato a Striscia" o semplicemente "Striscia", sia nella sua versione "a gabbia", che in quella "a tazza", o "alla Spagnola", più recente, ed in tutte le sue forme transizionali fino all'inizio dell'Ottocento, con la Spada Rossarol-Scorza/Grisetti. La Striscia rimarrà comunque in uso in Italia e Spagna fino al Novecento, sovrapponendosi alle tre armi codificate nel periodo Classico.

"Scherma Classica",

E' quella relativa al XIX secolo ed ai primissimi decenni del '900, in cui si assiste ad una codifica internazionale delle terminologie e delle armi, fino a poco prima ancora legate a realtà nazionali o locali. In Italia, tuttavia, rimane in uso per molto tempo l'ultima "discendente" della Spada a "Striscia", alleggerita ed accorciata.

E' in questa fase storica che si sviluppano le differenti scuole Italiane del Sud e del Nord e la "Scuola Mista". Il declino del periodo classico inizia con le prime edizioni dei giochi Olimpici, alla fine del secolo, che trasformeranno gradualmente l'arte della Scherma da Duello in uno sport; la "Scherma da terreno" diventerà "Scherma da pedana", basata su tutt'altra concezione ed impostazione. Ancora fino agli anni '40 del ventesimo secolo, con "Duello" si intendeva le scuole più portate al lavoro sulla pratica del Terreno.

La Scherma Classica per FISAS prevede principalmente l'uso della Sciabola secca, in particolare il tipo "Radaelli", per duello da terreno, e le ultime forme della Striscia, detta "Spada all'Italiana". Si praticano le scuole basilari italiane e quella "mista".

Tutti i sistemi praticati sono caratterizzati da specifiche peculiarità, valorizzate ed espresse in forma rigorosa, senza creare forzature storiche o metodi "ibridi", ma rispettando le notevoli specificità di ogni arma, stile, epoca presa in considerazione, sempre nell'ottica della preparazione al "Duello" (Scherma da terreno). 

Per "Duello" si intende l'attitudine a schermire secondo il principio del "toccare senza essere toccato", come se si utilizzassero armi vere, e non, in alcun modo, la professione di un atto illegale.

 


REGOLAMENTO PER LA PRATICA DELLA SCHERMA ANTICA

in seno all'Accademia Nazionale di Scherma di Napoli

e all'Associazione Italiana Maestri di Scherma

 Art. 1

La scherma antica è la ricerca storica, letteraria, filologica e sperimentale sulle tecniche di combattimento armato (arma bianca) e disarmato utilizzate in Europa dal medioevo alla prima metà del '900, finalizzata alla rievocazione teatrale o alla disciplina marziale. La didattica e la pratica della scherma antica devono seguire il criterio della maggior verosimiglianza in relazione alle tecniche descritte nella trattatistica, senza improbabili commistioni tra epoche diverse o arti marziali di diverse aree geografiche.

Per scherma teatrale e spettacolistica si intende la creazione di coreografie di combattimento preordinate, da utilizzarsi in contesti teatrali e cinematografici, di rievocazione storica e spettacolistica in genere.

Per scherma marziale si intende l'applicazione pratica delle tecniche schermistiche in situazioni di combattimento reale, senza seguire schemi preordinati. Essa si basa sul combattimento libero a colpo controllato con armi in acciaio e sul combattimento a contatto pieno con protezioni e armi di sicurezza (Scherma da Abbattimento o Combat).

Art. 2

La direzione di qualunque attività connessa alla scherma antica è demandata ad un tecnico qualificato in base a regolare diploma rilasciato dall'Accademia Nazionale di Scherma, il quale provvederà a nominare tra i suoi allievi più anziani i suoi assistenti, che lo sostituiranno in caso di inattività temporanea.

Art. 3

Le qualifiche tecniche per la Scherma antica sono tre: Magistro Scholare, Magistro e Magistro Re.

I programmi tecnici sui quali si baseranno gli esami sono tre:

Scherma medievale

esame teorico pratico sulla scherma medievale, in particolare sul maneggio della spada a due mani e sullo stile di spada e scudo (boccoliere), sulla base dei seguenti testi:

Fiore de' Liberi - Flos Duellatorum (edizione a cura di G. Rapisardi) - Gladiatoria - 1998

Manoscritto I-33 della Torre di Londra (solo le illustrazioni) - c.a. 1300

Il Fior di Battaglia I-II (video didattici a cura di M. Malipiero)

Scherma rinascimentale

esame teorico pratico sulla scherma rinascimentale, dal XVI alla prima metà del XVII secolo, in particolare sullo stile di spada sola (e striscia), spada e brocchiere, rotella, pugnale e cappa, sulla base dei seguenti testi:

Achille Marozzo - Opera Nova dell'arte delle armi (edizione a cura di G. Rapisardi) - Gladiatoria - 1999

Ridolfo Capoferro - Gran Simulacro dell'arte e dell'uso della scherma - 1610

Scherma moderna

esame teorico pratico sulla scherma moderna di spada e sciabola, sulla base dei seguenti testi:

Rossaroll & Grisetti - La scienza della scherma - 1803

Masaniello Parise - Trattato teorico-pratico della scherma di spada e sciabola - 1884

Masaniello Parise - Scherma da terreno - 1904

Magistro Scholare

Requisiti:

a)presentazione sottoscritta da un Magistro o da un Magistro Re

b) richiesta scritta di ammissione all'esame, nella quale devono essere dichiarati tutti i dati anagrafici (nome, data e luogo di nascita, residenza, stato civile) e il titolo di studio conseguito

c) certificato del casellario giudiziale presso la Procura della Repubblica competente per territorio

d) versamento di £ 200.000 per tassa d'esame

Prerogative: possibilità di gestire un'Associazione di Rievocazione Storica

Esame: uno dei programmi a scelta; fondamenti di scherma spettacolistica e una coreografia di combattimento commentata, relativa al programma scelto.

Magistro

Requisiti:

a) presentazione sottoscritta da un Magistro Re

b) richiesta scritta di ammissione all'esame, nella quale devono essere dichiarati tutti i dati anagrafici (nome, data e luogo di nascita, residenza, stato civile) e il titolo di studio conseguito

c) certificato del casellario giudiziale presso la Procura della Repubblica competente per territorio

d) diploma di Magistro Scolare

e) versamento di £ 400.000 per tassa d'esame

Prerogative:

possibilità di gestire un'Associazione di Rievocazione Storica o una Sala d'Armi

Esame:

iterazione del programma scelto per l'esame di Magistro Scholare; uno dei due programmi rimanenti con relativa coreografia di combattimento: qualora fosse già stato sostenuto l'esame da Magistro Scholare su due programmi l'esame verterà sul terzo e qualora fosse già stato sostenuto su tutti e tre i programmi su uno di essi a scelta del candidato.

Magistro Re

Requisiti:

a) richiesta scritta di ammissione all'esame, nella quale devono essere dichiarati tutti i dati anagrafici (nome, data e luogo di nascita, residenza, stato civile) e il titolo di studio conseguito (almeno il diploma di scuola media superiore)

b) certificato del casellario giudiziale presso la Procura della Repubblica competente per territorio

c) diploma di Magistro e di Istruttore Regionale FIS (o di Istruttore Nazionale o di Maestro di Scherma)

d) versamento di £ 600.000 per tassa d'esame

Prerogative:

possibilità di gestire un'Associazione di Rievocazione Storica o una Sala d'Armi, poter essere membro della Commissione esaminatrice per la Scherma Antica.

Esame:

tutti i tre programmi e una tesi su un trattato a scelta (la tesi, corredata di copia anastatica del trattato in oggetto, dovrà essere depositata presso l'Accademia 20 gg. prima della data dell'esame).

Sarà richiesta negli esami di ogni grado la conoscenza delle norme di sicurezza per la pratica della scherma antica oltre a una cultura storica di base e alla conoscenza delle regole fondamentali della scherma sportiva a norme FIE.

Art. 4

L'esame relativo ad ogni grado è ripetibile solo una volta in caso di esito negativo. L'esame di passaggio ad un grado successivo potrà essere sostenuto solo dopo un anno solare dalla data dell'esame sostenuto con esito positivo (due anni per candidarsi all'esame di Magistro Re), nella sessione immediatamente successiva, eccezion fatta per le iterazioni del grado di Magistro Scholare, relative ai vari programmi, che potranno essere sostenute nella sessione immediatamente successiva.

Art. 5

La Commissione esaminatrice per la Scherma Antica sarà composta da due a quattro Magistri Re, dal Presidente dell’Accademia o da un suo rappresentante, dal presidente dell’AIMS o da un suo rappresentante; la Commissione sarà presieduta da uno dei Magistri Re eletto a maggioranza semplice dalla Commissione stessa; il giudizio della prova avverrà immediatamente dopo l'esame con un parere favorevole o contrario di ciascun membro della Commissione: in caso di giudizio dubbio prevarrà il parere del Presidente.

In base ai relativi diplomi conseguiti, i tecnici di scherma antica saranno iscritti in un'apposita lista tecnica.

Art. 6

Le associazioni nelle quali si pratica la scherma antica sono di due categorie:

a) Associazione di Rievocazione Storica (A.R.S.)

b) Sala d'Armi

Ogni associazione dovrà essere rappresentata da un tecnico qualificato e iscritto alla lista tecnica; in base alla qualifica del suddetto tecnico essa sarà considerata dell'una o dell'altra categoria.

La qualifica di Associazione di Rievocazione Storica è subordinata alla presenza di un tecnico qualificato in possesso almeno del titolo di Magistro Scholare; l'A.R.S. potrà occuparsi solo ed esclusivamente di scherma teatrale e spettacolistica riguardante l'epoca oggetto dell'esame sostenuto dal tecnico; l'esame di Magistro Scholare può essere ripetuto anche limitatamente ai programmi non ancora presentati dal candidato. E' fatto divieto ai tecnici e ai praticanti delle A.R.S. di combattere in qualunque contesto utilizzando tecniche libere e senza seguire sequenze preventivamente concordate.

La qualifica di Sala d'Armi è subordinata alla presenza di un tecnico qualificato in possesso almeno del titolo di Magistro; la Sala d'Armi potrà occuparsi di ogni aspetto della scherma antica. La conversione della qualifica da A.R.S. a Sala d'Armi sarà automatica qualora per qualsivoglia motivo il tecnico preposto disponesse del titolo di Magistro.

Art. 7

Le associazioni dovranno presentare annualmente domanda di iscrizione nel registro delle A.R.S. e delle Sale d'Armi presso l'AIMS e l'Accademia di Napoli, specificando dati anagrafici e qualifica del tecnico preposto, oltre allo statuto e ai dati anagrafici dei componenti l'associazione. L'iscrizione comporta l'automatica sottoscrizione di una polizza assicurativa per infortuni, limitatamente ai praticanti, e di responsabilità civile verso terzi, subordinata nell'efficacia al rispetto delle norme del presente regolamento. Con l'iscrizione ogni associazione potrà poi contare su:

a) accesso gratuito alla biblioteca di scherma antica

b) sconti particolari su attrezzature acquistate presso rivenditori convenzionati

c) partecipazione al circuito agonistico di Scherma da Abbattimento (Combat) (solo per le Sale d'Armi)

d) partecipazione al circuito agonistico di Scherma Teatrale

e) il titolo riconosciuto dall'Accademia e dall'AIMS e la possibilità di utilizzarne il relativo marchio

Art. 8

E' fatto obbligo l'utilizzo nella scherma marziale delle seguenti attrezzature

a) maschera da scherma con protezione alla nuca (obbligatoria nella combat) o occhiali protettivi (per gli allenamenti alle coreografie e il combattimento a colpo controllato)

b) guanti di pelle per entrambe le mani

c) casacche a maniche lunghe e collo alto (possibilmente la giacca della divisa FIE) e pantaloni o calze spesse lunghi almeno fino alla caviglia

d) conchiglia per i tiratori maschi e paraseno per le tiratrici femmine

Nella Combat, solo in riferimento ad alcuni stili si aggiungono

e) corpetto protettivo in materiale semirigido

f) gorgiera rigida

La pratica della scherma antica dev'essere svolta nei locali preposti dalle associazioni a tale esercizio o, eccezionalmente, in altri luoghi stabiliti in via esclusiva dal tecnico, sempre in sua presenza o di quella di un suo assistente. Coloro i quali dovessero praticare la scherma antica al di fuori di queste circostanze o senza specifica autorizzazione del tecnico preposto lo faranno a loro rischio e pericolo e si assumeranno ogni responsabilità per eventuali incidenti, perdendo automaticamente valore la copertura assicurativa obbligatoria per ogni Associazione di Rievocazione Storica o Sala d'Armi.

Nella Sala d'armi o comunque durante gli allenamenti è fatto divieto tassativo di combattere senza l'autorizzazione e la supervisione del tecnico o di un suo assistente. A discrezione e motivandolo verbalmente all'interessato, il tecnico può allontanare qualunque praticante dalla sala.

E' fatto divieto tassativo di combattere con armi affilate o aguzze; nel combattimento a contatto pieno dovranno essere usate solo ed esclusivamente le armi di sicurezza previste per tale esercizio (Regolamento Combat).

E' vietato far combattere o comunque far maneggiare a eventuali ospiti della Sala armi o attrezzature senza l'autorizzazione del tecnico o di un suo assistente.

Art. 9

La violazione delle norme di comportamento e di sicurezza ex art. 8, o comunque qualunque coinvolgimento in situazioni di violenza anche senza conseguenze penali (provocazioni a "duello", risse etc.), comporta la cancellazione dalle liste tecniche, qualora il tecnico fosse in prima persona coinvolto, per dolo o colpa grave, nella violazione stessa e in ogni caso la perdita della copertura assicurativa limitatamente agli eventuali incidenti conseguenti.
 




 

Scherma: uno sport tra gioia e lacrime

 

Di sport io ne ho provati tanti, dalla ginnastica artistica al tennis, dal nuoto allo sci ecc, ma nessuno di questi mi ha soddisfatta quanto la scherma, nemmeno a livello agonistico.
 
Non ci sono parole per esprimere la moltitudine di sensazioni che questo sport scatena: non avevo mai provato durante una gara una tale tensione.
 
Negli spogliatoi si scrutano criticamente tutti i possibili sfidanti, come per poterne intuire le debolezze solo attraverso un'occhiata, oppure ci si guarda nervosamente intorno alla ricerca di qualche amico fattosi in una gara precedente.
 
Finalmente inizia l'incontro.
 
Un minuto, quindici, un' ora...non crea differenza,la scherma ti fa vivere emozioni intensissime attimo per attimo, basta un errore, una piccola distrazione, un movimento sbagliato, per regalare un punto all'avversario.
 
E' in quel momento, quando la prima stoccata va a segno e ti rendi conto dello sbaglio che hai commesso o realizzi il punto debole del "nemico", che inizia il vero scontro.
 
Allora siete solo tu, tu e il tuo avversario, faccia a faccia,nessun altro, nessuna distrazione, tutto dipende da te e nessuno può aiutarti, solo tu e il tuo avversario.
 
E' il punto decisivo, l'ultimo punto, quello con cui potresti aggiudicarti la vittoria; vedi l'allenatore che fa dei gesti con le mani per indicarti le mosse, allora cerchi di imitare quei movimenti fino a che la stoccata non va a segno...allora non c'è il tempo per pensare, non te ne rendi conto che tutta l'ansia, tutta la tensione accumulatasi durante l'incontro, esplodono in un involontario urlo liberatorio, poi magari, a distanza di un pò, te ne vergogni anche!!
 
Quando perdi invece, ti senti come se il mondo ti crollasse addosso; hai l'impressione di aver sbagliato tutto e di non esserti impegnato abbastanza, vorresti poter tornare indietro, ma sai che non è possibile, così esplodi in un pianto sconsolato.
 
La scherma è tutto: preparazione, fisico, agilità, riflessi, calma, concentrazione... La scherma è corpo, mente e cuore.
Quale altro sport può dare tutto questo?
 




 


 

I 3 Moschettieri

Questa è l'opera più nota di Dumas: romanziere, giornalista, rivoluzionario, una figura interessante e contadditoria della letteratura francese.
La pubblicazione risale al 1844 e nonostante siano passati più di 150 anni continua ad appassionare grandi e piccini, generazione dopo generazione.
Il romanzo è ambientato nella Francia della prima metà del XVII secolo, negli anni di Luigi XIII, del cardinale Richeliau e dei mitici moschettieri Athos, Porthos, Aramis e dell'aspirante D'Artagnan.
La storia del romanzo nara il primo giorno a Parigi di D'Artagnan che per futili motivazioni sfida a duello per mezzogiorno Athos, all'una Porthos e alle due Aramis.
 

Schede dei personaggi
ATHOS
Il suo vero nome, prima di diventare moschettiere, era Conte delle Fere, un nobile di campagna, molto apprezzato e stimato dalla gente della sua regione.
La sua storia è singolare:
si innamorò e sposò, contro il volere della sua famiglia, una giovane donna arrivata in paese con suo fratello sacerdote (il cardinale Richelier).
Un giorno scoprì che sulla spalla della sua amata era tatuato il marchio del giglio, simbolo che veniva imposto a prostitute e ladre.
Questo mandò su tutte le furie il Conte che decise di fare giustiziare la moglie e, dopo essersi finto morto, divenne uno dei moschettieri del Re.

PORTHOS
La vita da soldato, i duelli, le bevute, gli scontri con gli eretici e la grandi abbuffate tra amici sono le sue grandi passioni alle quali non rinuncerebbe mai.
Di carattere un pò sbruffone, amante del vestirsi in maniera elegante e estrosa, soprattutto ottimo spadaccino, nonostante la sua massa corporea.
ARAMIS Moschettiere non per vocazione: le sue aspirazioni sono prendere i voti e dedicarsi a tempo pieno ai suoi studi.
Dai modi fini ed eleganti, religioso e colto, ama fraseggiare in latino.
Grande nemico del cardinale Richelier che, tramite le sue pressioni sul Re Luigi XII, aveva fatto asiliare la sua amata.

D'ARTAGNAN
Giovane ragazzo avventuriero, astuto e brillante, incoscente e sapiente.
Si innamorò della persona sbagliata: l'ex moglie di Athos, il quale pensava fosse stata giustiziata.
Quando la donna, Miledy deWinter, si accorse di essere stata riconoscita da D'Artagnan, fece di tutto per eliminarlo in modo da non essere smascherata.

IL CARDINALE RICHELIER
La sua persona è in grado di influenzare pesantemente le decisioni del Re Luigi XIII.
Questo aspetto della sua personalità è riconosciuto in tutta la Francia tanto che il popolo reputi il Re come il Burattino del cardinale.
La sua figura clericale è molto improntata anche verso un impostazione militare, del quale eredita comportamenti e modi di vestire.

LUIGI XIII
Un Re perennemente annoiato, alla ricerca di un qualcosa che movimenti le sue giornate.
E' consapevole di essere totalmente plagiato dal cardinale Richelier infatti lo odia ma, con tutta la sua forza di volontà, non riesce a sottrarsi al suo sporco gioco.

Curiosità
In questa sezione vengono presentate le frasi pià ricorrenti di questi personaggi di questo romanzo.
ATHOS
"... fareste bene a non fidarvi, mio buon amico ..." di solito rivolta verso D'Artagnan

PORTHOS
"... perbacco! Soltanto la mia spada ne val dieci di voi! ..."

ARAMIS
"... d'altronde, amico mio, sapete bene che sono nei moschettieri solo temporaneamente e che presto prenderò i voti ..."

D'ARTAGNAN
"... olà signori, pensate forse che potrei rinunciare a quest'ennesima avventura con voi? ..."

IL CARDINALE RICHELIER
"... eccezionale, davvero eccezionale! Quegli uomini devono essere miei! ..." riferendosi ai quattro moschettieri, del quale ammira molto le capacità

RE LUIGI XIII
"... venite monsieur, anoiamoci assieme ..." con lo sguardo perso nel vuoto

 

METTERE LA MASCHERA

"Al tramonto, i giovani voladores Totonachi del Messico salgono sulla cima di un palo alto trenta metri e allacciandosi alla vita una corda, passante attraverso le dita dei piedi, si lanciano a testa in giù a braccia aperte, descrivendo un'ampia spirale di tredici giri."
Van Gennep -I riti di passaggio- Boringhieri 1991

Tentare di comprendere la natura delle cose e relazionarsi con le stesse, siano queste l'ambiente naturale, un animale, un nostro simile o lo spazio siderale è la grande avventura che tutti viviamo costantemente. Il bisogno di comprendere è insito nella natura umana; il desiderio di capire e interagire è uno dei possibili motori profondi che spingono o meglio veicolano le persone verso la pratica delle Arti Marziali. La motivazione necessaria a compiere un certo comportamento ad iniziare un percorso ignoto, ma agognato come nel caso delle Arti Marziali, è spesso una sensazione viscerale profonda, sensazione che solo in seconda battuta può essere supportata da un ragionamento razionale ed intellettuale. Per questo le argomentazioni che sembrano banali considerazioni o giustificazioni del perché si praticano discipline marziali, ( per imparare a difendersi, per crescere, per trovare equilibrio, per stare in forma, ecc...) sono in realtà il tentativo di spiegare razionalmente e in maniera semplice, una necessità ben più profonda, un desiderio di comprensione che identifica e spesso trova nella pratica un possibile canale espressivo e di ricerca dell'essere.

L'ODORE DEI COLPI
"Tutti veniamo al mondo senza niente. Tutto quanto acquisiamo dopo, è un guadagno."
SAM EWING

"Il profumo dell'erba è più forte e pungente la mattina presto. Dal posto in cui ci trovavamo, immersi nel verde delle colline che circondano Solferino, potevamo scorgere le distese di prati, siepi e boschetti tutto intorno. Il paesaggio avvolto nella sottile nebbiolina di settembre era la cornice ideale al nostro appuntamento d'armi; all'alba, quando ancora il silenzio era scandito in lontananza solo dai galli e dall'abbaiare dei cani, il Circolo della Tavola aveva chiamato la Confraternita degli Istruttori a tirare in assalto di scherma di bastone . Dopo due ore e dopo aver sostenuto diversi assalti, tutti insieme ci sedemmo finalmente a tavola per ritemprarci con la meritata colazione; sebbene ci fosse ancora davanti un'intera giornata di allenamento e malgrado la fatica accumulata gli schermidori erano entusiasti e pronti a dar battaglia."

Vari autori come ad esempio R. Callois sollevano ipotesi e studi riguardo a giochi o rituali in cui per le esperienze di ebbrezza, vertigine, ardimento, fanno parte da sempre del "loisir" evasivo di ogni società, dei suoi riti, delle sue prove iniziatiche. Callois si rifà a J. Huizinga che scrive di questi giochi definendoli più propriamente riti, che come tali rappresentano, in senso prettamente teatrale del termine, l'uscita temporanea dalla percezione corporea abituale per avvicinarsi a stati di coscienza diversi da quelli normalmente sperimentati. Huizinga suddivide questi giochi in quattro categorie: quelli agonistici "agon", d'azzardo "alea", della maschera "mimicry" e della vertigine "ilynk". Possiamo vedere nella pratica ricreativa dell'assalto un gioco che racchiude le quattro esperienze : vi è l'agon del confronto della relazione, l'azzardo alea dell'azione e che nella scherma è prudenza e audacia insieme, il mettere una maschera mimicry protezione e trasfigurazione dell'agente e dell'agire, la vertigine dell'imprevisto e la ricerca di un equilibrio nell'azione dell' ilynk. Questi ultimi stati ( mimicry e ilynk ) secondo i già citati studiosi provocano un'ebbrezza voluttuosa che dà vita ad una diversa esperienza di sé, condizione sperimentata concretamente da quanti si trovano a tirare e schermire confrontandosi nell'assalto. I sensi, la percezione, la fisiologia, si alterano, lo stare sul campo con il corpo e con la mente pronti insieme è fonte di tensione, una tensione benigna che libera e canalizza energie e potenzialità; in questo vivere l'evento del confronto anche il segno di bastone che sfrega sibilante sulla rete della maschera, viene percepito nella sua totalità. Per alcuni può sembrare pericoloso cambiare le cose legate allo stato d'animo e alla percezione di se e dell'evento. Il pericolo, il tranello può invece essere all'opposto, quando per cambiare si ricorre all'esterno all'innaturale; l'uso di droghe ( escludiamo ovviamente i percorsi iniziatici delle culture antiche ) è un esempio estremo di un rifugio ricercato, costruito e pericoloso di chi decide di delegare e subire "qualcosa" che lo aiuti a relazionarsi con l'esterno. In quest'ultimo caso l'esperienza, quello che succede non da la possibilità all'uomo di utilizzarne i contenuti e di realizzare un percorso di crescita; da un'esperienza di questo tipo non può risultare che un beneficio illusorio temporaneo e disperato nel momento in cui riprende il contatto con il fuori condiviso. Così l'assalto, è senza dubbio un rito oltre che una pratica esecutiva; per chi ricerca e pratica nella NOVA SCRIMIA calare la maschera sul viso rappresenta l'inizio del gioco, il segnale che si è pronti, l'avvio di un nuovo rapporto con il tempo, con lo spazio e con l'avverso .

CON LA MASCHERA
"...data la grande praticità della nostra scuola di Scherma, il cui studio s'informa a tutto ciò che è reale..."
Parise Masaniello SCHERMA da TERRENO 1904

Agire in un assalto e farlo secondo le regole della scherma che vogliono si colpisca senza essere colpiti, richiede oltre alla scienza d'armi, la contemporanea presenza di due elementi contrapposti, la prudenza e l'audacia. Così nella pratica sul terreno si tratti di scherma di bastone, di spada e daga o di scherma corta, ben si comprendono le parole di un Maestro italiano Parise Masaniello "L'Arte vera è quella di colpire senza essere colpiti; ciò forma lo studio della Scherma e deve aver di mira chiunque affronti un avversario con l'arme in pugno" Nella vestizione la maschera è l'ultima parte protettiva ad essere indossata, sorta di distacco dal mondo consueto e dalle consuetudini dell'esercizio accademico. Sebbene la maschera sia indossata anche nella pratica normale di sala, indossarla nell'assalto acquista un valore che è protettivo nella pratica e simbolico rituale nei contenuti. Mettere la maschera è un valore; permettere a se stessi di conoscere e conoscersi nel mezzo di un confronto, è portare in superficie le paure, le potenzialità e percepire nelle stesse la natura dell'energia che ci fa muovere. E' trovarsi nell'agire in tempo e a modo. Indossare una maschera è semplice; accettare la natura dello spazio/tempo e misurarsi con l'avverso è difficile se si è costruito intorno a se un mondo di convenzioni, in cui il Maestro, l'Istruttore è intoccabile; in questo limbo virtuale l'allievo resta perennemente avvinto all'aura del Maestro supremo, intoccabile, inavvicinabile, non per scienza ma per casta . Questo non è il mondo marziale della scuola italiana che vuole l'assalto come regolatore della natura dell'agire e lascia gli schermidori liberi di confrontarsi, Maestro contro allievo, inesperto contro esperto, novizio contro cadetto. Così l'Arte cresce con i suoi figli, così l'allievo può finalmente superare il Maestro come è giusto che sia se l'Arte deve rispondere sinceramente al suo stesso esistere. Tolta la maschera l'allievo, il cadetto, il Maestro tornano ad imparare a studiare e ad insegnar l'Arte degli avi.

DIETRO LA MASCHERA
di Messer Enrico Lorenzi Istruttore Novizio e Ricercatore NOVA SCRIMIA Laureando in Psicologia Università di Padova
"Navigare necesse est"

Dopo aver indossato la maschera sono molte le cose del mondo a cambiare e molte sono anche quelle che riguardano te stesso, ma per essere più precisi se il mondo cambia è perché siamo noi ad aver modificato la nostra esperienza di esso. Cominciamo dal canale visivo, per eccellenza il nostro primo informatore, la nostra rete di raccolta dati privilegiata. La griglia della maschera ci protegge, ma si frappone anche tra i segnali in entrata e la nostra retina, ciò che entra dovrà essere scremato dal nostro sistema visivo dall'impurità costituite dall'intreccio delle maglie, quello che resta può servire per capire cosa succede. Facciamo un passo indietro: la realtà non esiste! Facciamone un altro: sono le nostre ipotesi o anticipazioni formulate nello spazio di lavoro (potremmo rappresentarlo come la ram del pc) a consentirci di vedere o no cos'è presente nell'ambiente; in altre parole si tratta di un ciclo continuo di anticipazioni, elaborazione dei dati in entrata, confronto con ciò che è conservato in memoria, nuove anticipazioni, riconoscimenti e via di seguito. Un processo continuo e inarrestabile. Di tutti gli stimoli che colpiscono i nostri sistemi sensoriali, viene trattenuto solo una piccola parte di informazioni veramente utili. Com'è fa il cervello a capire cos'è utile o no? Dipende molto dalle anticipazioni che guidano il nostro agire, dalle ipotesi che ci muovono, dalle conoscenze contenute in memoria (magazzini) dalla somma delle esperienze precedenti. Non è sempre vero che ciò che riteniamo dalla massa di dati in entrata serva veramente (è così che si viene colpiti), ad esempio succede quando le nostre anticipazioni sono grezze, generiche, inesperte, poco competenti, vale a dire quando utilizziamo dati solo in parte utili. L'esperienza della maschera consente di formulare anticipazioni più precise, ipotesi più accurate al fine di aumentare la nostra efficacia; per l'efficienza occorrerà stracciare molti bastoni. Perché indossare la maschera? La prima risposta che dovete dare a voi stessi è : non devo farmi maciullare la faccia solo perché penso di essere un duro, la seconda è siccome un duro lo sono, mi faccio frollare altre parti del corpo perché con la maschera posso comunque combattere al livello più alto possibile e andare dalla ragazza la stessa sera. Anche se sembrano divertenti queste due considerazioni sono la chiave per capire e affrontare in modo "produttivo" l'assalto, l'esercizio e la ragazza. Naturalmente la verità vera o la vera verità rimane il terreno ( oggi si usa dire la strada), ma non esiste un modo alternativo per ottenere esattamente quel tipo di esperienza, quindi per essere onesti la maschera è ancora un surrogato, il migliore però. Azzarderei una metafora : pensate alla maschera come allo schermo della tv mentre trasmettono un film d'azione, chi sta dietro lo schermo conosce la realtà del film, la scena, la troupe, i cavi, il trucco, le macchine, gli inganni, lo stress, la fatica. Chi guarda il film vede belle azioni, prova emozioni, pensa: se fossi io…, io farei... Ma fare l'attore è un'altra cosa che ha strascichi anche dopo il lavoro, giornalisti, cene, gossip. Chi mette la maschera si strascica a causa dei lividi, stanchezza, dolori, ma anche euforia della bella azione e molto altro; per chi guarda la tv alla fine non resta che cambiare canale o fare due commenti. Cos'altro si prova con addosso la maschera: un caldo equatoriale il consiglio è di indossare una bandana o un sottocasco da moto in cotone. Calare una maschera sul viso produce una certezza: il viso è protetto e comunque vada, salvo da ingiurie, una sensazione che aiuta molto a concentrarsi sulle azioni, ma che non deve mai diventare un sentimento di invulnerabilità pena l'ulteriore allontanamento dalla realtà, poiché basta provare un esercizio in cui la parte colpita diventa inutilizzabile per vedere come il nostro corpo non sia poi così facile da muovere quando non è integro. Personalmente la prima volta che ho indossato maschera e protezioni ero molto euforico, insomma rispetto a combattimenti tipo calci e pugni già praticati in altre discipline mi sentivo più difeso. L'euforia, Diego lo schermidore mio avversario, me l'ha eliminata dopo 15 secondi; alla fine del primo tempo tremavo letteralmente dal nervosismo, non ero in grado di opporre nessun tipo di difesa utile, ne tanto meno attacchi produttivi. In preda al puro sentimento di inefficacia e impotenza, ero nella situazione che mi spingeva verso l'animale che sta in ognuno di noi. Adesso potrei dirvi che durante il break ho avuto l'illuminazione e dopo aver ritrovato il controllo ho combattuto decorosamente e con dei risultati. Bugia, ero solo incazzato e le ho prese di santa ragione per altri 4 minuti, per farla breve alla fine ero stato frollato. La maschera aveva avuto lo "strano" effetto di soffocare Enrico sapiens e di mostrare solo quello sauro, dopotutto avevo una maschera e come a carnevale per un giorno si diventa un altro. Molti altri assalti sono seguiti a questo, diverse procedure si sono ricollocate, così come è cambiata la consapevolezza nel "mettere la maschera". Ciò che si percepisce chiaramente e che può essere fatto durante gli assalti è soprattutto un esercizio di resistenza alla componente rettiliana che c'è in ognuno di noi, per mostrare al nostro avversario che anche con la maschera c'è Enrico, Marco, …, in modo da non offendere la sua dignità di schermidore. Attenzione però : ottenuto questo risultato l'esercizio cambia poiché dovremo aiutare il rettile a uscire per addestrarlo a combattere insieme al sapiens. Solo se riusciamo ad allearci con lui allora il potenziale di combattimento salirà verso livelli inaspettati. Si dice ero cieco dalla rabbia: bene l'esercizio corretto deve dare la vista del sapiens alla rabbia cieca del rettile. Perché quest'alleanza? Perché il rettile è potente, cattivo, non giudica, ma si esprime solo attraverso condotte che mirano ad ottenere risultati senza mediazioni, in pratica agisce per salvare la vita, i cuccioli, il cibo, la "donna". Perché la maschera favorisce questa alleanza ? Perché con la testa protetta i colpi avversi non compromettono mai la nostra esistenza, perché con la testa protetta significa che siamo in sala e quindi non è necessario un intervento difensivo così radicale da eliminare l'avversario, il rettile quindi emerge solo a tratti, per alcuni momenti, l'esperienza della maschera favorirà il contatto e noi dovremmo essere pronti a coglierlo e cercare il più possibile la sua alleanza. Dobbiamo imparare ad addestrarlo. La maschera indossata può fare molto per noi schermidori e praticanti di cose marziali.

TOGLIERE LA MASCHERA
"La preparazione per la danza di primavera, è molto laboriosa, continui digiuni, meditazioni, ancora digiuni, solo i giovani definibili oggi come maggiorenni possono prepararsi a imitare la caccia al bisonte. Con l'arrivo delle mandrie dovranno provvedere realmente alle necessità della famiglia, ciò potrebbe significare perdere la vita durante la caccia, ma fino a quel momento è la danza che conta e ciò che simboleggia."
Van Gennep-I riti di passaggio-Boringhieri 1991

La maschera è un mezzo, un simbolo, un tramite.
Protezione e riparo ha nella possibilità di essere indossata e tolta quella natura legata al momento che la rende strumento di transizione.
Nessuno può tenere sempre una maschera indossata, sia che si tratti di una maschera da scherma, da teatro o un'immagine di facciata.
La maschera va tolta quando l'assalto finisce; si saluta e si ringrazia l'avversario, si riprende il contatto con ciò che ci circonda, consapevoli che la maschera qualcosa ci ha lasciato e che qualcosa ancora ci darà quando torneremo a calarla sul viso.

Messer Graziano Galvani del Circolo della Tavola

"Il senso delle cose non si trova per caso, come la risposta a un indovinello o il premio in una caccia al tesoro. Il senso delle cose è qualcosa che costruite dentro alla vostra vita, utilizzando come materiale il vostro passato, i vostri affetti e le vostre fedeltà, il vostro talento e la vostra capacità di capire i valori per i quali siete disposti a sacrificare qualcosa. Voi siete i soli che possano far confluire tutti questi ingredienti nel percorso unico che sarà la vostra vita. Fate che questo percorso abbia dignità e senso per voi."
 


 

 



 

 
Violenza Assoluta

Pensi di conoscere il sistema più efficace di combattimento ?
Forse sarebbe il caso di informarsi meglio.


       
VALE TUDO ZONE


Bruce Lee Zone
" The Dragon "
 così veniva chiamato   il più autorevole esperto di Arti Marziali da Combatttimento; da tutti i più autorevoli esperti al mondo...

 


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viene giustamente considerata come una disciplina molto divertente....segue


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