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I
quotidiani riportano i dati di un rapporto riservato del Bnd
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BONN
- L'Iraq nasconde tonnellate di gas letali nei siti, e per questo
impedisce la visita delle commissioni speciali dell'Onu. Lo sostengono i
servizi segreti tedeschi, che sarebbero a conoscenza della quantità e
qualità di armi batteriologiche di cui dispone l'Iraq: si tratterebbe di
varie tonnellate di gas letale e laboratori per produrne, riferiscono oggi
i quotidiani Bild e Flensburger Tageblatt in edicola. Ma la presenza di armi batteriologiche nei siti presidenziali era già stata denunciata nei giorni scorsi da un documento della Casa Bianca basato su un rapporto della Cia, senza riferimenti a quando e per chi fosse stato preparato. Il testo di 17 pagine parla di missili Scud e armi chimiche e biologiche conservati in precise aree, illustrate con immagini. Il rapporto riferisce inoltre che il presidente Clinton aveva messo in guardia gli iracheni sulla necessità di visitare i siti sospetti, per verificare l'eventuale presenza delle armi sospette, minacciando un attacco militare se non fossero state immediatamente distrutte. Il dossier diffuso dopo il discorso di Clinton è l'ennesimo tentativo di giustificare, di fronte all'opinione pubblica americana, un possibile attacco aereo contro l'Iraq. Il documento, intitolato "Iraqi Weapons of Mass Destruction Programs" (programmi iracheni sulle armi di distruzione di massa) sostiene che "parecchie notizie e parti di produzione sono state nascoste o che sono stati resi impossibili i controlli da parte degli esperti sui siti di produzione dei missilie". Il dossier è completo delle biografie di ufficiali iracheni coinvolti nel programma, liste di siti di produzione di armi biologiche irachene, e il loro uso contro i curdi iracheni e gli iraniani nel 1980. Il rapporto cita il parere di "esperti" mondiali non meglio identificati, secondo i quali "l'Iraq mantiene una piccola scorta di missili Scud, di munizioni chimiche e biologiche oltre alla possibilità di produrle". Il dossier sostiene inoltre che l'Iraq ha ripetutamente impedito il lavoro della commissione speciale dell'Unscom, incaricata di intercettare e distruggere i siti di produzione di armi chimiche, biologiche e nucleari irachene. Un programma che, sempre secondo i dati forniti, prevede la costruzione di 22.457 galloni (pari a 85.000 litri) di antrace, 100.396 galloni (380.000 litri) di botulino e 591 galloni (2.200 litri) di aflatossina. Il documento sostiene che le armi biologiche vennero alla luce dopo che nel 1995 fu destituito Hussein Kamel al-Majid, genero del presidente iracheno Saddam Hussein, coinvolto in prima persona nel programma di armi biologiche, assassinato durante un attentato al suo ritorno in Iraq. Il testo elenca inoltre almeno dieci occasioni, tra l'agosto dell'83 e marzo '88 in cui l'Iraq fu accusato di usare armi chimiche, compresi gas mostarda e nervini, durante la guerra con l'Iran o contro la minoranza curda. "Baghdad non ha ancora dimostrato di aver distrutto gas e munizioni" si legge, confermando quindi il sospetto dell'Unscom che l'Iraq abbia una piccola scorta di missili. Il rapporto dice anche che l'Iraq aveva un programma missilistico attivo prima della guerra del Golfo, incluso l'acquisto di 819 missili Scud dalla Russia, poi modificati nelle testate e nel raggio d'azione. Lo studio del Fourth Freedom Forum cita Richard Butler, responsabile dell'Unscom, secondo il quale solo di due degli 819 missili non si sa dove siano. "Senza un sistema missilistico funzionamente" sostiene "qualsiasi agente chimico biologico resta solo una minaccia teorica fuori dai confini iracheni". Il testo conclude citando ancora un rapporto dell'Unscom in cui si dice che "non ci sono prove che le armi nucleari siano rimaste in Iraq". Dalla Germania, che sostiene la posizione Usa nella crisi irachena, arriva oggi di un nuovo rapporto che confermerebbe parte del dossier della Cia. Il quotidiano popolare Bild cita infatti un rapporto riservato del servizio informazioni federale, il Bnd, sostenendo che l'Iraq avrebbe tra l'altro almeno quattro tonnellate del gas nervino VX che ha effetti letali già in una dose di pochi milligrammi. Stando allo stesso rapporto, gli esperti iracheni avrebbero sperimentato sui detenuti di guerra l'efficacia di questi gas tossici e batteriologici. Secondo la tradizione, il Bnd non ha confermato né smentito l'informazione. Dal canto suo il coordinatore dei servizi segreti Bernd Schmidbauer ha detto al Flensburger Tageblatt che il Bnd ha raccolto con ogni evidenza "chiari indizi" stando ai quali l'Iraq avrebbe immagazzinato tonnellate di armi chimiche e batteriologiche. Altri dati comproverebbero "inequivocabilmente" che l'Iraq dispone di laboratori per produrre altre armi di questo tipo. Sempre secondo la stampa tedesca, Saddam Hussein avrebbe immagazzinato la maggior parte delle armi chimiche e batteriologiche a Salman Pak, una città sul fiume Tigri circa 50 chilometri a sud di Baghdad. I giornali aggiungono che obiettivo primario di un eventuale attacco americano sarebbe la base aerea irachena di Iman Ali, a 200 chilometri dal Kuwait. |
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