Gladio fu creata per bloccare un'eventuale invasione dall'esterno
Nel 1962 siamo stati a un passo dalla guerra mondiale
Solo un folle può pensare a far rinascere il fascismo
Gladio? Con orgoglio rivendica la paternità di un "corpo" anti invasione e ricorda che il mondo, una domenica di ottobre del 1962, fu a un passo dalla Terza guerra mondiale. L'Italia? Forse non siamo neanche a metà del guado, forse ci vorrà molto tempo per uscire dalla crisi economica. Ma ce la farà perché è il Paese che ha uno dei ceti medi più forti e attivi, ha inventiva e soprattutto una grandissima capacità di adattarsi ai grandi cambiamenti epocali. Il quadro politico? Confuso e in continua evoluzione: ci vuole un sistema elettorale maggioritario alla francese per consentire di creare un vero centro, altrimenti «saremo condannati» al bipolarismo: centrodestra o centrosinistra. Ed ancora Berlusconi, Forza Italia, "thatcherismo" e neo liberismo, Resistenza e Tangentopoli, Cristoforo Colombo e la Sardegna. Parlare con Paolo Emilio Taviani è come aprire una finestra su ottant'anni della nostra storia, praticamente dalla Grande guerra ad oggi. Testimone e protagonista di tutte le vicende che hanno caratterizzato la nascita della Prima repubblica, attraverso la tragedia del secondo conflitto, l'esaltante e drammatica esperienza della lotta partigiana, la fondazione dello stato democratico e repubblicano, la creazione di una forte e vincente Democrazia cristiana, il travaglio degli anni '60-'70. E infine il lento e inesorabile crollo dei partiti sotto il peso di Tangentopoli. Difficile trovare oggi un personaggio che abbia vissuto tanto e con tanta intensità i maggiori avvenimenti di questo secolo: Taviani, insieme a Leo Valiani, Norberto Bobbio, Francesco Cossiga (a questo gruppo bisognerebbe aggiungere idealmente Giovanni Spadolini) è uno dei senatori a vita dall'alto spessore morale, politico e culturale. Un comune denominatore lega questi padri della Repubblica dai capelli bianchi e ormai sugli ottant'anni: la passione, o meglio, l'amore per gli studi. Bobbio e la filosofia, Valiani e la storia contemporanea, Cossiga e il diritto, Taviani e Cristoforo Colombo. Sulle vicende del grande navigatore genovese e sulla scoperta dell'America è considerato uno dei massimi esperti mondiali. Nella sua lunga vita di ricercatore ha praticamente ripercorso tutte le tappe che portarono il ligure a trovare la via delle Indie navigando verso ponente e quindi al descubrimiento del nuevo mundo. Ed ha firmato una mole enorme di pubblicazioni che ricostruiscono i diari, la vita, i viaggi, le gioie e i dolori di Colombo. «La mia grande soddisfazione -dice - è che due anni fa, in occasione delle celebrazioni per il Cinquecentenario della scoperta dell'America, finalmente e ufficialmente è stata riconosciuta la genovesità di Colombo sia dagli spagnoli che dai portoghesi. Come si sa, ciascuno Stato voleva attribuirsi l'onore di aver dato i natali al navigatore». Non è un caso che Taviani abbia dedicato molti dei suoi studi per dimostrare l'origine genovese di Colombo. A Genova è nato nel 1912, nel capoluogo ligure ha insegnato a lungo nella facoltà di Scienze politiche. Lì ha ancora le radici anche se trascorre parte del tempo a Roma e in giro per il mondo a tenere conferenze colombiane. A Cagliari è giunto qualche giorno fa, di ritorno da uno di questi viaggi, in Argentina e Uruguay. Dall'8 settembre 1943 all'aprile 1945 è stato uno dei capi della Resistenza. Autore di alcuni articoli della Costituzione, è stato prima consultore e poi deputato. Per 22 anni al governo, ministro della Difesa, del Tesoro, del Mezzogiorno e dell'Interno, vicepresidente del Senato e infine senatore a vita. Ecco, in sintesi, il curriculum di Paolo Emilio Taviani. Nell'intervista che segue non risparmia critiche all'attuale quadro politico, ma neppure al passato. Con molta nostalgia per la "vecchia" Democrazia cristiana, che di quel passato fu protagonista assoluta nel bene e nel male. Per la Sardegna Taviani prova una affetto che parte da lontano, da quando appena diciottenne fece un lungo viaggio scoprendo le bellezze naturali e soprattutto la generosità della gente.
Oggi l'Isola vive un momento di profonda crisi economica. Riuscirà ad uscire dal tunnel? Secondo il senatore bisogna essere ottimisti: «Ho il dubbio che le statistiche sulla disoccupazione non dicano tutta le verità. La realtà probabilmente è meno negativa.
E' vero, la crisi c'è ed è grave. Ma esistono i presupposti per una ripresa». CARLO FIGARI
SERVIZI SEGRETI: GLADIO , I NOMI  DEL LAZIO

*** ANSA 1991 *** 6 GEN -

VITERBO, 6 GEN SERVIZI SEGRETI: GLADIO, I NOMI  DEL LAZIO (1) - Sono di Viterbo due appartenenti alla organizzazione Gladio . Si tratta di Fabrizio Antonelli, generale dell' esercito in pensione, comandante dal 1970 al 1973 della scuola allievi sottufficiali con sede nel capoluogo della Tuscia e da alcuni anni presidente provinciale della Croce rossa italiana, e di Domenico Galeotti del Re, di 61 anni, nativo di Capranica ma residente da anni a Viterbo, dove ricopre la carica di vicedirettore della Cassa di Risparmio di Viterbo. Avvicinato telefonicamente Galeotti ha dichiarato: ''sono stato gratificato e lo sono tuttora da questa mia appartenenza all' organizzazione. La mia scelta e' stata libera e motivata dagli scopi che l' organizzazione stessa si prefiggeva, quelli di preservare l' Italia da una possibile invasione di truppe dell' est. Non si e' mai parlato di politica nel corso delle riunioni ne' si conoscevano mai i nomi  degli altri appartenenti''. Il gen. Antonelli e' stato invece piu' laconico ed ha dichiarato semplicemente che ha creduto, nell' appartenere alla Gladio, di compiere per intero il suo dovere nei confronti della patria. (ANSA).

6-GEN-91 19:33   SERVIZI SEGRETI: GLADIO , I NOMI  DEL LAZIO (2) (ANSA) - ROMA, 6 GEN - Una delle persone che figura nell' elenco, Filippo Maria De Marsanich, risulta essere morto. Secondo quanto ha dichiarato la figlia, De Marsanich e' morto nel 1978. La donna ha affermato di non sapere se il padre, un giornalista, avesse fatto parte dell' organizzazione Gladio . (ANSA).

6-GEN-91 20:36 SERVIZI SEGRETI: GLADIO , I NOMI  DEL LAZIO (3) (ANSA) - ROMA, 6 GEN - Alessandro Marucci, (e non Marocci, vedi 090/0A), giornalista, di 53 anni, il cui nome e' compreso nell' elenco, ha dichiarato di non aver mai fatto parte della struttura Gladio . Marucci anzi si e' stupito del fatto che il suo nominativo, con dati anagrafici corrispondenti ai suoi, sia compreso nella lista . Massimo Grotti, il cui nome compare nell' elenco, non ha voluto smentire ne' confermare la sua appartenenza all' organizzazione. I dati anagrafici di Grotti, un funzionario di banca, corrispondono a quelli contenuti nella lista . (Agenzia Nazionale Stampa Associata)

SERVIZI SEGRETI:
GLADIO, I NOMI  DELL'EMILIA ROMAGNA

*** ANSA 1991 *** 7 GEN    (ANSA) -

BOLOGNA, 7 GEN - Ci sono undici persone residenti nel modenese fra le venti abitanti in Emilia Romagna che risultano iscritte a ''Gladio '' secondo l' elenco diffuso ieri. Quattro dei componenti l' intera lista  sono pero' deceduti in questi anni. Si tratta di Lamberto Bazzoni, ravennate, professore di disegno morto a 68 anni nel 1975, del modenese Vittorio Sola, dell' ex comandante dei vigili urbani di San Mauro Pascoli (Forli'), Franco Masin e dell' ex maresciallo dei vigili urbani di Bologna Nerio Naldi, morto nel 1987 a 53 anni. Si sono invece perse le tracce di Pasquale di Pace che negli anni settanta e' stato residente a Savignano sul Rubicone (Forli'). Cinque dei modenesi sono stati partigiani nella brigata ''Italia'' comandata da Ermanno Gorrieri, esponente della sinistra Dc, in passato Ministro, che ha sostenuto di non sapere nulla di questa vicenda. I cinque ex partigiani ''bianchi'' sono l' ex assessore Dc di Formigine Sisto Ferrari, 69 anni, che ha aderito all' organizzazione 25 anni fa; un bancario in pensione, Floriano Ternelli di 64 anni; tre abitanti di Formigine: Pietro Paolo Cavazzuti, 68 anni; Alfredo Cavazzuti di 69 e un dirigente di un' impresa ceramica, Mario Giacobazzi di 64. Nella lista  compare anche un altro formiginese ed ex dirigente della Dc, Emilio Bertoni di 55 anni. '' Posso solo dire - ha dichiarato Bertoni - che sapevo di appartenere ad una organizzazione inquadrata nella Nato, ma per ora non voglio aggiungere altro''. (ANSA)

SERVIZI SEGRETI: ''GLADIO '', I NOMI  DELL' EMILIA-ROMAGNA (2) (ANSA) -

BOLOGNA, 7 GEN - A proposito delle lettere inviate dal direttore del Sismi, ammiraglio Fulvio Martini, per sciogliere i ''gladiatori'' dal vincolo del segreto, Bertoni ha detto di non aver ricevuto ''alcuna comunicazione ne' dal Sismi ne' dalla Magistratura''. Sull' appartenenza a ''Gladio'', ''non ammetto e non smentisco niente'' e' stata la risposta di Gabriele Urbani, 50 anni, dal 1946 residente a Bologna. Urbani, ex ufficiale di complemento nel servizio di motorizzazione dell' esercito, e' stato richiamato in servizio piu' volte ''ufficialmente - ha precisato - ed e' possibile controllarlo al distretto militare''. Urbani ha commentato in modo sarcastico la diffusione dell' elenco: ''Questa - ha detto - e' proprio una bella Italia''. Guido Tommasone, 61 anni di Foggia ma residente a Ferrara da vent' anni ha sostenuto di non aver mai sentito parlare di 'Gladio'' pur avendo lavorato al Sifar dal 1948 quando, sei mesi dopo l' arruolamento volontario nell' esercito, fu trasferito con altri a Forte Braschi. ''Come addetto alle intercettazioni dei messaggi che partivano dalle ambasciate - ha spiegato Tommasone - vi ho lavorato per cinque anni da militare a altri cinque come civile''. Licenziato dal Sifar per attivita' sindacali (''da civile non venni messo in regola''), Tommasone si trasferi' a Ferrara, (''da allora non piu' avuto contatti con il Sifar'') dove ha lavorato alla Montecatini, poi Montedison, fino al prepensionamento nel 1984. Sugli elenchi, Tommasone ha sostenuto che ''quelli veri li hanno bruciati''. (ANSA).

GLADIO: GIRONDA  QUERELA GIUDICE MACRI'

16 DIC 1992 -

ROMA, 16 DIC - L' ex capo nucleo per la provincia di Milano dell' organizzazione Gladio, Francesco Gironda, ha dato incarico al suo legale di querelare per diffamazione il giudice calabrese Vincenzo Macri' che, in un articolo pubblicato dal ''Corriere della Sera'' aveva dichiarato, secondo quanto riferito da Gironda : ''su al nord c' erano le Gladio a garantire controllo e pure stragismo. Qui al Sud la Gladio si chiama mafia...''. Lo rende noto con un comunicato il portavoce nazionale degli ex-gladiatori, Bruno Cappuccio, il quale aggiunge che Gironda ha inviato una lettera al direttore responsabile del quotidiano milanese per sottolineare come ''in nessuna inchiesta sul tema Gladio e' emerso, a tutt' oggi, alcun coinvolgimento, diretto o indiretto, in attivita' di carattere eversivo che consenta affermazioni di tale natura''. ''La mia personale esperienza - continua Gironda - in 26 anni di appartenenza a questa struttura anti-invasione, mi consente di affermare che quanto dichiarato dal giudice Macri' rappresenta una calunnia gratuita e pretestuosa per tutti gli ex appartenenti a Gladio''. Gironda  afferma inoltre di essersi sentito costretto a compiere tale passo anche perche' ''nessuno, a nome delle autorita' politiche e militari che sovrintendevano ai servizi di sicurezza militare, ne' l' attuale 'servizio' da cui Gladio dipendeva, ha sentito il dovere di intervenire a tutela dell' onorabilita' dell' organizzazione''. (ANSA).

GLADIO: FONDAZIONE ASSOCIAZIONE VOLONTARI; GEN. CISMONDI

15 NOV  1993 -(ANSA) -

UDINE, 15 Nov - A nome della neo associazione d' arma di volontari ex ''Stay Behind'', costituitasi ieri a Redipuglia e che avra' ora sede a Udine con finalita' apartitiche, senza fini di lucro, patriottica e morale, il generale Giuseppe Cismondi, gia' comandante di Gladio, per il territorio del Friuli Venezia Giulia, tra il 1973 e il 1982, ha oggi fatto una dichiarazione. ''Gli organizzatori della riunione a Redipuglia dei volontari del silenzio - struttura 'Stay Behind' -, desiderano ringraziare tutti gli organi di informazione per il rilievo dato alla manifestazione e per la corretta, leale ed esauriente relazione trasmessa alla pubblica opinione''. Il gen. Cismondi ha poi sottolineato il compiacimento dei 128 volontari-fondatori di questa nuova associazione perche' ''nelle varie relazioni si e' inserito anche il ricordo del maresciallo Vincenzo Li Causi, caduto in Somalia nell' adempimento del proprio dovere''. Ieri, come noto, tra i partecipanti c' era anche il generale Paolo Inzerilli, gia' capo del Sismi, ma il ''grande assente'' e' stato l' ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga al quale, anche oggi, il gen. Cismondi ha rinnovato l' invito a presiedere la nuova associazione, anche a nome di un gruppo di volontari, quando non sara' piu' indagato.

UDINE, 15 Nov - Il gen. Cismondi, come ha ricordato lui stesso, e' inquisito dalla procura militare per banda armata. ''Ho redatto uno studio sul trasferimento in Puglia di un battaglione dislocato in Friuli. Se fosse finito in mano alla stampa sarei stato accusato di aver progettato un golpe. Sarei un delinquente''. Intanto, si sono appresi i nomi dei dieci consiglieri che fanno parte del nuovo direttivo dell' associazione. Essi sono: Giorgio Peressin, Giorgio Bursin, Luciano Scarel, Roberto Spinelli, Maria Cristina Gironda, Giorgio Mathieu, Marino Valle, Romano Bailo, Lino Trottel e Vincenzo Reinatti. I maggiori voti sono andati a Peressin, di Monfalcone (Gorizia), uno dei promotori del raduno di ieri. Tra gli esclusi dal direttivo, sia pure per pochi voti, l' ex senatore Claudio Beorchia (Dc), ''gladiatore'' di spicco in Friuli Venezia Giulia. A salutare Beorchia e un gruppo di appartenenti alla Gladio e a posare in un fotografia di gruppo e' stato proprio Cossiga in occasione di una sua visita a Udine, avvenuta l' 8 febbraio 1992. (ANSA).

Riecco i gladiatori, benedetti da Cossiga
Messaggio augurale ai 126 che hanno costituito l' (r)Associazione italiana volontari Stay Behind Riecco i gladiatori, benedetti da Cossiga Reducismo e slogan patriottici: (r)"Siamo cittadini onesti" Rapporti con la mafia per un golpe? (r)"Balle pazzesche"

*** LA STAMPA 1993 ***    DATA 15/11/1993

REDIPUGLIA DAL NOSTRO INVIATO Eccoli qui, gli ex appartenenti alla Gladio, quella struttura segreta messa sotto accusa dal giudice veneziano Felice Casson. Vanno a radunarsi al Palasport, di fronte ai gradoni del Sacrario. Sembrerebbe una delle comitive di vecchi alpini, di combattenti e reduci e di familiari, arrivate in pullman per rendere omaggio ai caduti della Grande Guerra. Se non fosse per il cartellino rosso, con il disegno di un' Italia stretta in un cerchio, che portano al bavero della giacca. Loro sono venuti per fondare l' (r)Associazione italiana volontari Stay Behind¯ . Non un riesumare quell' organizzazione che avrebbe avuto compiti d' intervento in caso di occupazione del territorio italiano da parte dei Paesi dell' Est. Qualcosa, allora, che pare stare tra le memorie di una forza clandestina d' impiego anticomunista mandata in congedo, investita dalle accuse di aver avuto un ruolo anche nelle trame italiane, e un rilancio in senso patriottico. L' associazione degli ex gladiatori ha (r)carattere essenzialmente morale, informativo ed educativo¯ . E questi sono gli scopi dichiarati: (r)Riaffermare, difendere e diffondere le motivazioni ideali che, nel culto delle tradizioni patrie e nella fedelta' ai principi di liberta' , di giustizia, di democrazia, ispirarono la volontaria adesione degli appartenenti alla disciolta organizzazione Stay Behind; raccogliere e riunire gli appartenenti per consolidare i vincoli di fratellanza , amicizia e solidarieta' ; difendere la reputazione e l' onorabilita' contro ogni forma di denigrazione e persecuzione, prestando ogni occorrente assistenza¯ . Centoventisei tra uomini e donne, per battezzare questa Gladio (r)alla luce del sole¯ . Nella votazione, un solo astenuto. E poi gli abbracci e qualche pacca sulle spalle. Non si parli, pero' , di reducismo a questi ex gladiatori, che adesso non si sa piu' come chiamare. (r)Noi non siamo mica tornati dal fronte¯ , dice uno. Quale sara' la loro attivita' , per ora non e' precisato. Qualcuno, intanto, pensa di offrire all ' ex capo dello Stato Francesco  Cossiga la presidenza onoraria dell ' associazione: (r)Potrebbe essere un buon presidente¯ . Cossiga era stato invitato al raduno; (r)ma non ha potuto venire, aveva altri impegni¯ . Pero' ha mandato un messaggio, auspicando che quella degli ex gladiatori (r)un giorno possa giustamente trovare posto tra le altre gloriose associazioni d' Arma¯ . Con questa speranza quelli che hanno fatto parte della Gladio si sono messi insieme nel palazzetto al cospetto del Sacrario di Redipuglia. Alla luce del sole sono rimasti soltanto i giornalisti, gli operatori televisivi e i fotografi: per tutti vietato l' accesso durante i lavori. Si resta sulla salitella che conduce all' ingresso, ad aspettare un portavoce, e qualche ex gladiatore disposto al dialogo. Padre Silverio Cismondi, frate cappuccino, ha appena finito di celebrare la Messa. Quando esce se ne va frettoloso, mormorando qualche parola in latino. Poi si volta e butta la' una frase: (r)In un' Italia sporca, ci vogliono cittadini onesti¯ . Mentre, dentro, questi ex componenti i quadri della Gladio stringono un patto di fratellanza, fuori si mescolano discorsi tra il vecchio e il nuovo, sulle passate manovre della (r)Stay Behind¯ , sul campo di addestramento di Capo Marrargiu, sull' inchiesta del giudice Casson, sulle presunte deviazioni della vecchia Gladio, sui propositi di quella nuova. C' e' , tra questi (r)associati¯ , anche la rabbia per le accuse che hanno travolto la (r)Stay Behind¯ italiana. Il generale Giuseppe Cismondi, ex comandante della Gladio per la zona del Nord Est, si meraviglia tra l' altro che Andreotti (r)non sia stato incriminato per alto tradimento¯ , per aver rivelato l' esistenza di una struttura della Nato che doveva restare segreta. Ma al raduno di Redipuglia, tra gli ex gladiatori che ricompongono le file per fini esclusivamente ideali, piovono ancora i sospetti, le congetture. Secondo l' ipotesi del giudice veneziano Carlo Mastelloni, la vecchia Gladio sarebbe ancora viva e operante. Ma per Francesco Gironda , che comandava a Milano un' unita' di guerra psicologica e informazione, la cosa rientra nelle normali operazioni di addestramento dei reparti del nostro esercito. (r)La Stay Behind e' un' attivita' bellica che esiste in tutti gli eserciti. Insomma, ci si prepara in tempo di pace a operare dietro le linee nemiche, nel caso di un' occupazione del territorio nazionale. Tutto qui¯ . Ma sulla Gladio di cui qui a Redipuglia si celebrano le rievocazioni, tornano i sospetti, le voci inquietanti. Qualcuno avrebbe (r)rivelato ¯ che tra l' organizzazione segreta e la mafia siciliana ci sarebbe stato addirittura un patto per un (r)golpe¯ . Il generale Paolo Inzerilli, che fu capo della Gladio dal ' 74 all' 86, dice: (r)Questa e' una balla pazzesca¯ . E riprende il filo delle chiacchiere con gli ex gladiatori. Giuliano Marchesini

Gladio, esce di scena Francesco Cossiga ma l'inchiesta va avanti

ROMA. I giudici del Tribunale dei ministri hanno archiviato la posizione dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga coinvolto nella vicenda «Gladio», l'organizzazione clandestina costituita negli anni cinquanta in base ad accordi tra la Nato e i paesi aderenti al Patto atlantico. Nell'archiviare la posizione di Cossiga, che sulla vicenda si autodenunciò sostenendo che Gladio operò nel periodo in cui egli ricopriva le cariche di ministro dell'Interno e di presidente del Consiglio, il Tribunale dei ministri ha recepito anche la sollecitazione a proseguire gli accertamenti nei confronti dell'ammiraglio Fulvio Martini, ex capo del Sii, e del generale Paolo Inzerilli, capo di stato maggiore del servizio segreto militare, indagati per cospirazione politica. Per questo è stata disposta la restituzione degli atti alla Procura perché indaghi su presunte deviazioni della struttura. Sulla posizione di Cossiga, nella richiesta di archiviazione sottoscritta dall'allora procuratore aggiunto della Repubblica Michele Coiro e dai pm Franco Ionta, Giovanni Salvi e Pietro Saviotti, si affermava che gli originari compiti istituzionali di Gladio erano legittimi. Nel dicembre del 1991, quando l'inchiesta sulla struttura «Stay behind» era in pieno sviluppo, Cossiga si autodenunciò sostenendo che gli doveva essere contestata la stessa imputazione mossa a Martini e Inzerilli.
Gli atti furono inviati per competenza al collegio per i reati ministeriali. L'inchiesta su Gladio, della quale facevano parte 622 persone era stata avviata dal giudice istruttore di Venezia Felice Casson che indagava sulla strage di Peteano.
Gladiatori a congresso: «Andreotti ci tradì vendendo i nomi al Pci»
UDINE. «Andreotti tradì i patti dell' Alleanza Atlantica e gli impegni assunti dallo Stato italiano con i «gladiatori» all'atto dell'arruolamento, autorizzando, come presidente del Consiglio, la publicazione dei loro nomi». L'accusa, che riassume anche lo stato d'animo degli ex gladiatori, è stata formulata ieri a Udine da Francesco Gironda, portavoce dell'associazione italiana volontari «Stay behind», in occasione della prima assemblea nazionale del sodalizio. Ai lavori, durati per tutta la mattinata, hanno partecipato quasi 200 ex gladiatori dei 622 presenti nell'elenco ufficiale dell'organizzazione, ma sono mancati i politici, i rappresentanti del governo e soprattutto l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, socio onorario del sodalizio, che però ha inviato un telegramma.
Queste assenze non hanno fatto che suffragare le accuse e le proteste dei diversi relatori e intervenuti, che hanno sostenuto di essere stati abbandonati e fatti oggetto di una campagna di disinformazione tale da suscitare dubbi sull'attività svolta negli stessi ex gladiatori. Lo hanno sottolineato, oltre a Gironda, il presidente dell'Associazione, Giorgio Brusin, il socio onorario e medaglia d'oro Edgardo Sogno e l'ex capo della organizzazione «Stay behind», generale Paolo Inzerilli, che ha presentato un suo libro «Gladio, la verità negata». Gironda, già responsabile in Gladio della guerra psicologica, ha fatto un'accorata riscostruzione del naufragio dell'organizzazione. Dal suo punto di vista, la pubblicizzazione dei nomi dei volontari della struttura segreta italiana anti e post invasione, avvenuta nell'estate del 1990, fu causata da una «coincidenza di interessi tra il presidente del Consiglio Andreotti, di una parte delle forze di governo di allora ed il gruppo dirigente del Pci». «Andreotti - ha spiegato Gironda - offrì il «caso Gladio» al Pci, sperando di riceverne un possibile sostegno ad una sua evenutuale candidatura alla presidenza della Repubblica in caso di dimissioni di Cossiga. D'altra parte - ha aggiunto Gironda - il Pci, poi Pds, vide aprirsi una nuova stagione consociativa e maturare concrete speranze di un suo contemporaneo ingresso nell'area di governo». Sempre secondo il portavoce di Gladio, «il Pci approfittò con disinvoltura dell'offerta per costruire e propagandare l'ipotesi di una gigantesca congiura, imperniata proprio su Gladio, che avrebbe impedito fino ad allora ai comunisti il raggiungimento per via elettorale del governo». «La stessa offerta -ha detto ancora Gironda -consentì di alzare una cortina fumogena sulle testimonianze dei delitti del «triangolo della morte» che proprio allora riemergevano e sulle complicità del Pci». Nel gioco, per Gironda «entrarono poi magistrati e stampa». Pur rilevando che «la partecipazione attiva di un consistente numero di magistrati inquirenti» non si sa se sia stata completamente consapevole, Gironda non ha risparmiato il mondo dell'informazione. A tale proposito egli ha fornito i dati su due anni di osservazione, a cominciare dall'inizio della vicenda, nel corso dei quali sono stati pubblicati oltre 2.000 articoli su Gladio soltanto sui 10 maggiori quotidiani e 250 servizi sui nove principali settimanali «meno dell'otto per cento di questi articoli e servizi - ha notato Gironda -hanno riportato testimonianze dei gladiatori che, per altro, sono stati definiti illeggittimi, anticomunisti viscerali, contigui ai servizi deviati, mafia, terrorristi, neonazisti e altro ancora».

 

comune@piazzabrembana.com  | turisti@piazzabrembana.com  |  alimentaristi@piazzabrembana.com  casarasa@piazzabrembana.com  |  regcri@piazzabrembana.com | kcpcas@tin.it

Copyright © 2000 www.piazzabrembana.com All rights reserved.
Reference Code: 5569 G.C. Web Master