Farine
Per farina si intende il prodotto
ottenuto dalla macinazione del grano.
Presenta differenti caratteristiche
secondo il tipo di grano da cui viene estratta ed il tipo di macinazione cui
viene sottoposta.
Essa si divide
principalmente in due categorie: grano duro e grano tenero.
Le farine di grano
duro sono più granulose al tatto,hanno un colore giallognolo,servono a
preparare paste alimentari ed entrano raramente in panificazione. Oggi nel sud
dell’Italia ,con esse, si producono pani del tipo casereccio.
Le farine di grano tenero, invece, presentano un colore bianco
latteo,sono meno ruvide al tatto,sono quelle più usate ed hanno molteplici usi
in panificazione.
Esse sono diverse a secondo dai grani da cui vengono estratte, in via
semplificativa si può affermare che gli Stati Uniti, il Canada,
l’Argentina,sono i paesi con i migliori grani teneri, quali “Manitoba”,
Plata ,ed altro.
In Italia, la legge
vigente prevede che le farine di grano tenero siano classificate,in base alle
ceneri o sali minerali e cosi distinte:
tipo “00” con ceneri fino al 0,50%
tipo “0”
“ “
“ “ 0,65%
tipo “1”
“ “
“ “ 0,80%
tipo “2”
“ “
“ “ 0,95%
Integrale “
“
1,40%/1,60%
Di norma in pizzeria si usano le farine
tipo “00” e tipo”0” o dei semilavorati,che alcuni mulini negli ultimi
anni , hanno immesso sul mercato, per rispondere alla crescente richiesta di
qualità del prodotto,da parte degli operatori.
La farina è composta da
enzimi,zuccheri,proteine,sali minerali.
Gli enzimi sono
sostanze che favoriscono le reazioni chimiche nell’impasto e si dividono
principalmente in due categorie:amilasi e
proteasi.
Le amilasi conquistano l’amido della farina e
producono l’alimento per il lievito.
Le proteasi invece intaccano il glutine rendendolo
più elastico.,
Gli zuccheri sono
importantissimi nella reazione dell’impasto,perché durante la sua
fermentazione, servono ad alimentare il lievito,facendolo crescere e maturare.
I principali
zuccheri sono: l’amido,i pentosani,la cellulosa.
Le proteine più
importanti sono due:la gliadina e
la gluteina,che nell’impastazione
danno origine alla maglia glutinica.
I sali minerali
invece non hanno grande importanza e servono come detto prima a classificare il
tipo di farine.
Una farina di buona qualità è quindi
l’insieme degli elementi ,fin qui descritti,nelle giuste proporzioni e
quantità.
Oggi con degli strumenti analitici si può
determinare una qualità della farina e classificarla.
Uno degli strumenti
più usati è l’alveografo di Chopin con il quale si
sottopone un piccolo impasto all’analisi degli indici “W”,“P”,”L”,mediante il
gonfiamento del medesimo,sino al punto di rottura.
W:sta per capacità panificabile,ovvero
il volume che l’impasto può raggiungere o area dell’alveogramma.
P : la resistenza allo stiramento
dell’impasto
L : l’estensibilità,
Naturalmente i tre
indici sono in stretta correlazione tra loro ed interdipendenti.
Con riferimento a
questi dati,la farina viene classificata in queste categorie:
1)Deboli –fino a 170 W
Farine per
biscotti,cialde,grissini,piccola pasticceria.Assorbono circa il 50% del loro
peso in acqua.
2)Medie-dai180 ai 260 W
Farine per impasti
diretti,pane francese,pizza,pane all’olio.Assorbono dal 55%-65% del loro peso
in acqua e sono quelle più usate comunemente in pizzeria.
3) Forti-dai 280 ai350 W
Farine per impasti
indiretti,pane con levato o biga,rosette,michette,pasticceria lievitata
naturalmente e pizza.Assorbono circa il 65% 75% del loro peso in acqua
4) Speciali-oltre i 350 W
Farine prodotte con
grani speciali , soprattutto Americani, Canadesi
per pani di
difficoltoso ottenimento,o rinforzanti delle farine più deboli.
Assorbono fino al
90% del loro peso in acqua.
Pertanto per
ottenere una buona pizza bisogna scegliere una farina di qualità, adatta ai
tempi di lievitazione, che si vogliono dare all’impasto e che abbia un
rapporto p/l di circa lo 0,5,con un glutine elastico ed espansibile, buona
capacità di assorbimento dell’acqua.