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SHINTAI (ASHI SABAKI) e TAI SABAKI  - Spostamenti del corpo

 

    

E' preferibile avere dei movimenti morbidi per non fare capire all'avversario l'attacco che si vuole effettuare, ecco il motivo per cui si deve scivolare con i piedi sul materassino, evitando spostamenti troppo ampi o troppo corti. Gli spostamenti dalla posizione eretta, nel Jiu Jitsu, vengono eseguiti nella maniera più razionale possibile.  L'avanzare, l'indietreggiare, lo spostarsi a destra o a sinistra, non è un semplice movimento per spostare il corpo, è una tecnica che permette l'attacco e la difesa. Il corpo infatti deve muoversi con leggerezza, rapidamente e senza mai essere in squilibrio, con il baricentro sempre alla stessa distanza dal suolo.

    

Per ottenere questo scopo, si utilizzano due modi base di spostarsi:

    

·          shintai (spostamenti rettilinei)

·          tai-sabaki (spostamenti circolari)

    

SHINTAI (ASHI SABAKI) E TAI SABAKI  SPOSTAMENTI E ROTAZIONI
TSUGI ASHI PIEDE CHE SEGUE PIEDE
AYUMI ASHI  CAMMINATA ORDINARIA
OKURI ASHI  CAMMINATA LATERALE
TAI SABAKI ROTAZIONE DEL CORPO

    

Si tratta di movimenti educativi per meglio comprendere la posizione, ai quali, nella pratica, si sommano movimenti più complessi.

Sono pura posizione applicata, un indispensabile strumento d'apprendimento per il principiante, e di studio per l'esperto.

    

Shintai - spostamenti rettilinei

    

Nel Jiu Jitsu non si può camminare come per la strada,cioè alzare e appoggiare successivamente i piedi, ma si deve scivolare sul materassino sia nella forma naturale definita ayumi ashi sia a passi successivi tsugi ashi (una sorta di piede che scaccia l'altro). L'avanzare e l'indietreggiare non è un semplice movimento per spostare il corpo; è una tecnica che permette l'attacco e la difesa.  Nella sua esecuzione si deve fare attenzione a non perdere mai la posizione naturale d'equilibrio.  Se i due piedi sono quasi uniti (oppure uniti del tutto) o vengono incrociati, si perde completamente l'equilibrio e con facilità si verrà proiettati, ne consegue che i passi non devono essere nè troppo corti nè troppo lunghi, in maniera da poter cambiare posizione rapidamente conservando la stabilità; sarà preferibile eseguire dei passi corti piuttosto che troppo lunghi, però senza mai sollevare troppo i piedi e scivolando su tutta la pianta. Chiaramente il peso del corpo dovrà essere ripartito sulle gambe in pari misura. Sia ben chiaro che questi consigli non debbono compromettere l'evoluzione tecnica; Per shintai si intendono spostamenti assiali nella posizione eretta. I fondamentali sono tre:

    

tsugi-ashi  - piede scaccia piede

dove un piede è usato come conduttore mentre l'altro si avvicina a pochi centimetri dal piede trainante prima che venga fatto il passo successivo. La marcia del piede è normale, cioè il piede in moto si solleva da terra. Tsugi-ashi è eseguito in tutte le possibili direzioni

          

ayumi-ashi  - passi naturali

In cui un piede supera l'altro ad ogni passo. La marcia del piede è normale, cioè il piede in moto si solleva da terra. Raramente usato a contatto con l'avversario

          

tsuri-asci  - passi strisciati

E’ un particolare modo di muoversi applicabile allo tsugi e all'ayumi-ashi. Significa spostarsi mantenendo il baricentro del corpo sempre alla stessa distanza dal suolo, giocando sul molleggio delle gambe, e senza sollevare i piedi da terra.

        

Tai sabaki - spostamenti circolari

        

E' lo spostare il corpo con dei movimenti circolari. Come nel primo caso, anche questa maniera di camminare si presta all'esecuzione di un attacco o di una difesa, quindi non bisogna eccedere negli spostamenti. Per tai sabaki si intendono spostamenti circolari nella posizione eretta. Il grande Maestro Kyuzo Mjfune, ha dichiarato in diverse riprese:  “il tai-sabaki è la prima e ultima tappa del Jiu Jitsu”.  Questo straordinario Maestro, che ha sviluppato forse più di ogni altro il concetto stesso di tai sabaki, considera questa tecnica come l’essenza stessa del Jiu Jitsu e di ogni azione umana. Tai sabaki significa letteralmente rotazione del corpo, movimento rotante del corpo.

        

Teoria

Per comprendere visivamente l’abc del tai-sabaki, consideriamo il corpo in piano visto dall’alto  e come asse la linea delle spalle che può ruotare sul proprio centro. Se un avversario spinge su un’estremità delle spalle, il corpo ruoterà sul proprio centro. Reagirà nella stessa maniera se lo si tira ad una delle estremità (fig. 1 e 2).Per poter alterare l’equilibrio del corpo e sbilanciarne la posizione, bisognerà applicare la spinta o la trazione al centro del corpo. È la ragione per cui si insegna: “fate sempre fronte al vostro avversario, ma non fate mai fronte al suo attacco”.Il centro, il perno di rotazione (il baricentro), è dunque il punto vulnerabile.

 

 

Pratica

Vi sono molti modi di fare tai sabaki, a destra o a sinistra, partendo da shizen hon tai. Si parte dai più semplici con rotazioni del corpo di 90°, fino a giungere ai più complessi con rotazioni del corpo di 180°. Per assimilare rapidamente la base del tai sabaki, ocorre esercitarsi successivamente a tre forme graduali.

         

La prima, la più semplice, consiste nel partire dalla posizione shizen hon tai (due piedi sulla stessa linea) e di ruotare sul piede sinistro volgendo tutto il corpo verso destra ed arretrando ampiamente con il piede destro in semi-cerchio (fig.3).

E’ un tai sabaki elementare a destra, abbastanza corrente in difesa. Per schivare a sinistra, basta semplicemente invertire il modo di operare.Ma questa maniera di spostarsi non utilizza tutte le risorse del corpo.

        

Una seconda maniera, più efficiente, consiste nell’avanzare con il piede sinistro in semi-cerchio davanti al piede destro, volgendo il corpo verso destra e ruotando sul piede destro.Questo generalmente arretra un po’ alla fine del movimento per accentuare la rotazione del corpo (fig.4).

        

La terza ci porta al tai sabaki completo che consiste nel fintare un piccolo passo del piede destro verso destra e nel lanciare il piede sinistro con un lungo passo in avanti a sinistra.Subito dopo il corpo ruota verso destra e il piede destro è riportato all’indietro nel punto in cui si trovava il piede sinistro (fig.5). 

        

    

Lo studio di questi spostamenti deve essere ripetuto senza compagni d'esercitazione fino al raggiungimento dell’automatismo corretto del movimento.Dopo questa forma di studio, il JITSOKA deve sforzarsi ad applicare il tai-sabaki in spostamento per qualunque attacco o difesa. Eviterà passi troppo lunghi, gli spostamenti intempestivi del proprio baricentro, i gesti bruschi.Il suo spirito sarà vigile, in maniera da non trovarsi mai in difetto e pronto ad utilizzare ogni spostamento imperfetto dell’avversario. Questo allenamento è difficile, ma ricco di insegnamenti, perché tutta la cognizione del miglior impiego di energia si rivela nella pratica del tai sabaki.Si tratta in effetti di sottrarre il proprio corpo all’attacco dell’avversario e di controllare continuamente il suo per scoprirvi il minimo errore di posizione. Per riuscirvi, è imperativo frenare la tendenza naturale a ricorrere alla forza bruta (irrigidimento delle braccia, busto piegato in avanti, gambe troppo flesse, ecc.). La rapidità dello spostamento del corpo e in particolare del suo centro di gravità è più importante dell’energia impiegata dalle braccia.  La prontezza con cui ci si rende noto l’apertura di un attacco è più efficace della forza dei muscoli.Perché se questi punti così preziosi vengono acquisiti, l’energia necessaria a padroneggiare l’avversario sarà minore.L’allenamento al rilassamento, alla calma dello spirito, alla sincerità e all’ardore del combattimento condurranno l’allievo serio a quello che è lo scopo principale del JIU JITSU.

    

N.B. Tramite gli shintai e tai-sabaki al principiante viene insegnata la corretta forma nell'uso dei piedi, ma all'esperto viene insegnato che il movimento, nella pratica del JIU JITSU, consiste nello spostare il baricentro del corpo per mantenere sempre una corretta posizione di equilibrio e che gambe e piedi, correttamente impostati, servono a questo movimento.

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