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Equilibrio,
disequilibrio e squilibrio |
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Il Sacripanti, nel suo testo biomeccanica del JUDO, dà
questa definizione della posizione d'equilibrio del
corpo umano: la condizione fisica di equilibrio stabile
è definita come quello stato di un corpo rigido su un
piano orizzontale, per cui una forza orizzontale,
applicata ad esso, può provocare solo l'innalzamento del
baricentro del corpo. Nel caso del corpo umano,
solamente la posizione di giacitura supina su un piano
orizzontale, gode di tale proprietà, mentre la posizione
naturale in piedi, detta di stazione eretta è una
posizione di equilibrio instabile di tipo
oscillatoria,ciò a causa del fatto che le forze di
contrazione muscolare, che equilibrano la forza di
gravità agente sul corpo, risultano non essere costanti
perché risultanti di un delicato gioco di muscoli
agonisti ed antagonisti detti posturali.
La
condizione “fisica” di equilibrio stabile è definita
come quello stato di un corpo, per cui una forza
orizzontale, applicata ad esso, può provocare solo
l’innalzamento del baricentro del corpo. Nel caso del
corpo umano, solamente la posizione di giacitura supina
o prona su un piano orizzontale, gode ditale proprietà;
mentre la posizione naturale in piedi, detta di stazione
eretta, è una posizione di equilibrio instabile di tipo
oscillatorio, ciò a causa del fatto che le forze di
contrazione muscolare, che equilibrano la forza di
gravità agente sul corpo, risultano non essere costanti
perché risultanti di un delicato gioco di muscoli
agonisti ed antagonisti detti posturali. L’azione
equilibratrice prodotta dai vari gruppi posturali è
governata dai centri nervosi cinestetici, governati dal
cervelletto. Per tale ragione l’atleta può utilizzare
per il mantenimento della stazione eretta, solo l’area
detta di appoggio effettivo, cioè quella superficie
trapezoidale avente per lati i suoi due piedi e le linee
congiungenti gli alluci ed i
talloni (superficie
trapezoidale ottimale).
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ABCD :
Superficie trapezoidale ottimale
EFGH-ABCD :
Zona di mantenimento
(disequilibrio)
P :
Perpendicolare baricentrale
P' :
Proiezione del
baricentro. |
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Egli potrà spostare il punto di
proiezione del suo baricentro, giacente sul piano
d’appoggio, e quindi la verticale detta
perpendicolare baricentrale, per tutta
l’estensione di questa superficie ottimale
mantenendo facilmente la posizione d’equilibrio.
Se però tale linea, e dunque la proiezione del
baricentro, si allontanano dalla superficie
trapezoidale ottimale solo di poco (zona di
mantenimento), la stabilità sarà compromessa, e
sarà necessario uno sforzo maggiore da parte dei
muscoli equilibranti, questa condizione viene
detta di disequilibrio. Nel caso in cui la
proiezione del baricentro si allontani oltre i
limiti della zona di mantenimento, il sistema
muscolare dell’atleta non può ristabilire la
posizione di stazione eretta e si ha lo squilibrio
o rottura dell’equilibrio con conseguente caduta
dell’atleta.
La stabilità meccanica del corpo in
stazione eretta dipende dunque da due fattori:
1.
Ampiezza della base d’appoggio
2.
Distanza della perpendicolare del
baricentro dal confine della base d’appoggio.
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